I duri della sinistra fuori dal parlamento si vogliono riorganizzare, sganciati dai partiti e dal bertinottismo che li ha traditi, per rientrare nelle piazze italiane. Parte proprio da Genova, la città del G8, il movimento dei movimenti contestatori. Non violenti. Ci mancherebbe. Come hanno spiegato ieri sera durante la presentazione del libro del leader dei Cobas Piero Bernocchi, uno dei duri del 2001, al teatro degli Zingari della Comunità San Benedetto al Porto, intitolato «In movimento». Il libro è in formato pocket, 384 pagine e costa 15 euro. Più uniti e più compatti di prima. Sicuro sull'autonomia dei movimenti il portavoce del partito comunista dei lavoratori Marco Ferrando, già supercritico con la sinistra bertinottiana. Con un mare di dubbi Haidi Giuliani, senatrice di prc, che ha raccontato la sua esperienza negli scranni del parlamento romano lodando le qualità di tanti suoi colleghi, ma anche rammaricandosi delle decisioni prese soltanto dai vertici dei partiti senza consultare i peones della politica e lontano dalle esigenze dei cittadini.
«I voti operai alla Lega nord - ha detto Ferrando - sono andati perché sono stati colpiti, proprio dal governo di centrosinistra, i salari e le pensioni. La classe proletaria è rimasta delusa e si ritiene tradita da Prodi e dai vertici dei partiti dell'Arcobaleno. Gli operai sono stati quindi esposti al richiamo fortissimo della xenofobia. In sostanza i vertici politici, per difendere sottosegretariati e posti di potere, hanno collaborato con la borghesia, come per gli ultimi finanziamenti alla guerra e per il G8 alla Maddalena, preferendo non capire le esigenze del mondo operaio. Il Bertinottismo ha usato pure i movimenti senza capire che, oggi, le vittorie arrivano soltanto proprio dai movimenti stessi di massa. Sono stati poi i vertici del centrosinistra e non certo la destra, a escludere i partiti comunisti dal Parlamento».
«Il mio libro vuole raccontare la storia dei movimenti - spiega Bernocchi - dalla nascita dei Cobas al G8 di Genova, alla nostra storia anticapitalista, antiamericana, agli scioperi, alle contestazioni a Papa Ratzinger, al rifiuto di scendere in piazza insieme ai sindacati e alla sinistra bertinottiana.
«Ringrazio Piero per questo libro - ha detto Giuliani - ma soprattutto per non avere mai usato le parole Carlo è morto, ma piuttosto, Carlo è stato assassinato».
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