Il Giornale on line è finito sotto attacco di Anonymous, la setta di pirati informatici, che nei giorni scorsi si era scagliata contro i siti del governo e del parlamento italiano. Una banda di 500/600 hacker, dispersi per il mondo, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa, che ha colpito nelle ultime settimane le istituzioni tunisine e quelle egiziane travolte dalla rivolta. E fino a poche ore fa i siti degli ayatollah, mentre gli oppositori iraniani scendevano in piazza contro il regime islamico.
Con Il Giornale hanno sbagliato indirizzo e sono stati abilmente rintuzzati, grazie all’allarme lanciato dalla Polizia postale che monitora gli hacker. E le contromisure di Telecom, che hanno retto all'offensiva di Anonymous voluta dalla cellula italiana composta da qualche decina di pirati informatici, che hanno il dente avvelenato con Berlusconi. «Hanno fatto una specie di sondaggio su quale sito attaccare e abbiamo vinto noi», spiega Andrea Pontini, amministratore delegato de Il Giornale.it
Il sistema utilizzato è quello dei DdoS (distributed denial of service), ovvero il tentativo di saturare il sito paralizzandolo. «Domenica scorsa è scattata l’Operation Italy part two con attacchi ai siti istituzionali della Camera e del Senato, oltre che a Mediaset. Nella serata di lunedì hanno deciso di lanciarsi contro Il Giornale.it nelle prime ore del mattino dopo» rivela Tommaso Palumbo responsabile della Polizia postale contro i crimini informatici.
Poi l’attacco è stato rimandato di qualche ora e «il sito ha un po’ sofferto fra le 11 e le 12.30» spiega Pontini, ma la cyber offensiva contro Il Giornale è sostanzialmente fallita. La banda ha retto e i tecnici sono riusciti a individuare il traffico sospetto bloccandolo. «Grazie alla Polizia postale e alla Telecom - sottolinea Pontini -. Subito dopo abbiamo avuto il boom di accessi, 380 mila lettori unici con la notizia della richiesta di processo al presidente Berlusconi».
Anonymus ha scatenato l’offensiva in Italia con l’appoggio delle cellule di diverse nazioni, come quella spagnola.
Non a caso domenica, dopo l’attacco ai siti istituzionali nel nostro paese, gli hacker italiani hanno dato man forte all’operazione Goya, in Spagna contro una decisione di censurare alcuni spazi su internet. Subito dopo l’attacco fallito a Il Giornale i pirati di Anonymous sono tornati a scagliarsi contro l’Iran, per il secondo giorno consecutivo. «La buona notizia è che non sono riusciti a paralizzare il vostro sito, ma mutano velocemente strategia e obiettivi. Non escludo che possano meditare la puntata numero tre dell'operazione Italia», mette in guardia Palumbo.
Il Giornale è stato scelto come obiettivo perchè viene identificato con Berlusconi, ma «sul sito ospitiamo anche commenti molto critici. Siamo per la libertà di pensiero e cercare di limitarla con la pirateria informatica non ha senso» sottolinea Pontini. E alla fine il nucleo storico di Anonymous ha ordinato: «Fermate l’attacco a Il Giornale». «È un’idea estremamente stupida colpire i media», come si legge in uno scambio di messaggi fra hacker.
Gli hacker di Anonymous si sono scagliati nel 2008 contro Scientology, ma sono diventati famosi scendendo in campo al fianco di Julian Assange il fondatore di Wikileaks. In dicembre hanno lanciato l'operazione Payback per bloccare i siti di Visa, Mastercard, PayPal, che avevano bloccato i finanziamenti in rete ad Assange.
Dal 2009 appoggiano con una vera e propria cyber guerra l’Onda verde, l’opposizione iraniana. In Tunisia ed Egitto sono riusciti a paralizzare i siti governativi, mentre scoppiavano le rivolte.
In Gran Bretagna sono stati arrestati cinque
pirati informatici, che hanno partecipato agli attacchi. Tutti molto giovani dai 15 ai 26 anni. Il primo membro di Anonymous in Europa è stato beccato lo scorso dicembre in Olanda e ha solo 16 anni.www.faustobiloslavo.eu
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