I Filarmonici di Berlino e la magia del quartetto d’archi

L’«integrale» di Beethoven di questa difficile composizione diluita in tre stagioni dall’Accademia di Santa Cecilia

Pietro Acquafredda

Lontano dal protagonismo del solista, tentato di indulgere a un virtuosismo atletico e divistico, spesso a scapito della stessa sostanza musicale; ed ancor più lontano dall’anonimato e dalla dispersione orchestrale, sta il quartetto (specie nella sua più classica formazione del quartetto d’archi: violino I e violino II, viola, violoncello), essenziale nella struttura a quattro parti, ascetico, profondo, nutrimento dedicato a palati finissimi, esercizio del più alto artigianato musicale, banco di prova per qualunque compositore. Il quale, approdando al quartetto, è ben consapevole di dover smettere ogni copertura, ogni furbizia, per presentarsi completamente «nudo» di fronte al suo pubblico.
Ciò spiega perché la gran parte dei compositori approdi tardi al quartetto, sempre che decida di approdarvi, senza eccezione per i più grandi, come nel caso di Beethoven - ai cui Quartetti per archi l’Accademia di Santa Cecilia sta dedicando una importante esecuzione integrale, diluita in tre stagioni, che ha affidato alle prime parti dei Filarmonici di Berlino. Nel catalogo d’opera di Beethoven, infatti, i primi quartetti per archi figurano quando il compositore aveva già una trentina d’anni, e dopo aver messo a segno una bella serie di sonate pianistiche e mentre si preparava a mettere mano alla sinfonie.
La prima raccolta, i Sei Quartetti opera 18 - due dei quali sono in programma questa settimana, i numeri 4 e 6 - data alla fine del diciottesimo secolo; alcuni altri sono sparsi nel corso della sua vita, come quelli dell’opera 59, e i più grandi ed innovativi, fra cui il monumentale Quartetto opera 131 in programma, vi ritornano, negli ultimi anni di esistenza del musicista, a coronare una carriera fra le più gloriose e tormentate che la storia contempli, e ad aprire nuove strade per le generazioni future.
Il quartetto d’archi dei Filarmonici di Berlino è formato da Daniel Stabrawa e Christian Stadelmann (al I e al II violino), da Neithard Resa (alla viola) e infine da Jan Diesselhorst (al violoncello).


Stagione da camera di santa Cecilia. Sala Sinopoli, Auditorium. Quartetti di Beethoven. Quartetto d’archi dei Filarmonici di Berlino.
Venerdì 2 dicembre, ore 21. Biglietti da 14.00 a 26.00 euro.
Informazioni: tel.06.80.82.058.

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