Tra i finanziamenti ufficiali degli Angelucci a Fitto anche 75mila euro di «Libero»

Nel 2005 la cooperativa che edita il quotidiano ha versato alla lista «Puglia prima di tutto» due contributi. In tutto 195mila euro dal gruppo

Emanuela Fontana

da Roma

La rete di eventuali rapporti poco chiari tra l’ex governatore della regione Puglia Raffaele Fitto e l’imprenditore Giampaolo Angelucci, arrestato ieri, è tutta da provare e la magistratura di Bari è al lavoro. Ma in attesa dei passi dell’indagine c’è un documento ufficiale della Camera che attesta come Fitto e Angelucci fossero quantomeno non nemici, perché la famiglia dell’imprenditore ha versato in modo ufficiale attraverso società collegate alla Tosinvest quasi 200mila euro per la campagna elettorale dell’ex governatore. I contributi sono di meno di un anno fa, del luglio 2005, e risultano nell’elenco delle libere contribuzioni di privati e aziende a partiti e politici, come registrato alla Camera dei deputati.
Ogni aiuto economico percepito in campagna elettorale va infatti dichiarato all’ufficio competente di Montecitorio. E così ha fatto anche Fitto per i contributi a «La puglia prima di tutto», la lista guidata in occasione delle elezioni regionali dello scorso anno che lo hanno contrapposto a Nichi Vendola.
Nei tabulati della Camera risultano contributi a Fitto da vari singoli e società, soprattutto di costruzioni. Ma anche dalla cooperativa Editoriale Libero, facente capo agli Angelucci, con sede a Roma, con cui viene gestito il quotidiano Libero diretto da Vittorio Feltri. Si tratta di due versamenti datati 6 luglio 2005, uno da 25mila e l’altro da 50mila euro per un totale di 75mila euro. La cooperativa giornalistica si occupa dell’ «edizione, in via esclusiva, di quotidiani o periodici, anche in via telematica». Gli Angelucci, Giampaolo e Antonio, ne sono usciti nel novembre del 2004, ma come presidente è rimasto Arnaldo Rossi, amministratore delegato della Tosinvest SA, l’anello «controllante» degli Angelucci sulla cooperativa.
Non sono questi, però, gli unici versamenti di aziende riconducibili all’azienda della famiglia dell'imprenditore arrestato nei confronti di Fitto. Nella stessa lista delle contribuzioni si trovano altri due «doni» di una società del gruppo Tosinvest, la Santa Lucia 2000 srl. La data è la stessa: 6 luglio 2005. Si tratta di una contribuzione da 25mila e di un’altra da 40mila euro per un totale di 65mila euro. La società si occupa della «gestione, dell’acquisto e della costruzione di case di cura e dello svolgimento di attività connesse e accessorie», oltre che della gestione di «lotterie, concorsi pronostici a premio ivi compreso - si aggiunge nello statuto - il gioco denominato bingo». Amministratore unico è Sergio De Benedetti, che è anche socio della cooperativa Libero.
C’è infine anche una casa di cura che ha elargito soldi per la campagna di Fitto ed è la Santa Lucia di Sulmona, sempre del gruppo Tosinvest degli Angelucci, con due contribuzioni, sempre del 6 luglio, da 25mila e 30mila euro. Una casa di cura con sede in Abruzzo ha versato 100 milioni delle vecchie lire a Fitto. In realtà un senso c’è perché il contribuente è sempre lo stesso, il gruppo gestito dagli Angelucci. L’istituto si occupa di riabilitazione nel campo della neurologia e dell’ortopedia, e, come si legge nel sito, «fa parte del Gruppo Tosinvest Sanità, a cui afferiscono le strutture ospedaliere San Raffaele».
Complessivamente dunque 195mila euro sono stati girati a Fitto dagli Angelucci attraverso una controllata, una casa di cura e la cooperativa giornalistica di Libero attraverso la via ufficiale della libera contribuzione nell’estate del 2005, anzi, in un solo giorno, il 6 luglio.
Secondo i magistrati ci sarebbero stati, però, ulteriori finanziamenti non registrati.

Ieri mattina, prima dell’arresto e dell’esplosione della notizia su tutti i media, il gruppo Tosinvest aveva inviato alle redazioni un comunicato in cui si precisava: «Il gruppo Tosinvest, in relazione alle notizie apparse oggi sugli organi di informazione e che lo vede protagonista, sottolinea l’estraneità del Gruppo stesso ed in particolare di Giampaolo Angelucci ai fatti riportati. Ribadisce altresì - conclude il comunicato - di riporre piena fiducia nell’operato della magistratura».

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