MilanoPer tre anni hanno frequentato luniversità Cattolica. Tutti i giorni. Si sono dati appuntamento nei chiostri, sui banchi dellistituto Necchi, in aula, al bar. Studenti modello, chi più, chi meno. Ma adesso per loro non cè posto al biennio di specializzazione, in particolare al corso di laurea specialistica in Management per limpresa. E rischiano di dover andare a bussare in qualche altro ateneo pur di proseguire gli studi in economia. In tanti hanno una buona media, ma a quanto pare non basta. Per liscrizione ai corsi devono competere con i rivali di altre università, di altre città, di altri corsi. Studenti fuori sede che si sono presentati nella segreteria di largo Gemelli con il libretto pieno di trenta e trenta e lode. Una concorrenza spesso difficile da battere.
«Ma che è? - si chiede Erika davanti alla segreteria della facoltà di economia - sono tutti dei geni? Evidentemente negli altri atenei i voti li regalano». «Sì, appunto - le fa eco Mattia, suo compagno di studi da quando sono matricole - qui un trenta te lo devi sudare. Mica come in altre università. E intanto ci rimettiamo noi, che già frequentiamo la Cattolica». Gli universitari, freschi di laurea breve e intenzionati a specializzarsi, sono sul piede di guerra: «Ci stanno fregando tutti i posti. È vero che una volta scritto un voto è uguale ovunque. Ma, diciamolo, i criteri sono diversi in base alluniversità. A noi non interessa se gli altri si laureano con voti più alti, ci interessa però che non vengano paragonati a noi».
Di fatto, luniversità Cattolica non si aspettava un boom di richieste del genere per i corsi di management e pensava di registrare le cifre degli anni passati, senza particolari picchi. «Quello di questanno - precisa lo staff della facoltà di Economia - è un fenomeno inatteso, una sorta di onda anomala che non ci aspettavamo». Per 300 posti disponibili, sono arrivate oltre 550 richieste (105 a luglio e altre 450 a settembre) di cui 411 da studenti della Cattolica e 144 da studenti di altre università, tra cui gli atenei di Bologna, Bari, Bergamo, Catania, Firenze, Milano Bicocca, Bolzano.
Per placare gli animi dei neo laureati, luniversità precisa che «le graduatorie non vengono fatte solo in base alla media dei voti, ma viene anche valutato il curriculum dello studente». Cioè non si tiene solo conto della sfilza di lodi, ma si analizzano vari aspetti. Ad esempio, se non si conosce luniversità da cui proviene laspirante manager o se cè qualche ombra sul suo curriculum studentesco, allora lo si convoca per un colloquio, per testare la sua reale idoneità a frequentare il biennio specialistico.
«Si chiama meritocrazia» precisano i docenti. E le regole sono ferree: fino a luglio uno studente esterno poteva presentare domanda solo con una media del 27 o con un voto di laurea pari a 100 e veniva inserito o meno in graduatoria solo dopo unanalisti del suo percorso universitario. Da settembre sono state accettate anche le domande dei ragazzi esterni con 24 di media o 90 come voto di laurea, con criteri più elastici. Da qui le graduatorie. I neo laureati della Cattolica non sono convinti e, finché non vedranno le liste definitive degli ammessi e dei non ammessi, continueranno a protestare. Eppure, a guardare i numeri, i due terzi degli ammessi sono della Cattolica e un terzo arriva da fuori sede.
In ogni caso, di sicuro gli esclusi dal corso non verranno lasciati a piedi. Lateneo sta già verificando il numero dei posti disponibili in altri bienni simili che formano alla gestione dimpresa e in altri corsi nelle sedi distaccate, da Piacenza a Roma. «Nei moduli che abbiamo fatto compilare ai ragazzi - spiegano in facoltà - abbiamo anche chiesto una scelta di riserva, un corso alternativo, proprio per far fronte a uneventuale esclusione e indirizzare gli studenti».
Dietro allanomalo boom di iscrizioni, in tanti in università leggono una tendenza precisa: in periodo di crisi linserimento nel mondo del lavoro è più difficile e più studenti rispetto al passato scelgono di specializzarsi e proseguire gli studi.
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