Rodolfo Parietti
da Milano
Sorpasso. Triplo. E grazie al petrolio. La famiglia Rocca conquista la prima posizione nella classifica dei Paperoni di Piazza Affari elaborata da Milano Finanza, lasciandosi alle spalle i Benetton, il patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio e Silvio Berlusconi. Gianfelice, in Confindustria vicepresidente per il settore education e Paolo Rocca erano quarti fino allagosto dello scorso anno. Allora il loro patrimonio borsistico sfiorava i 6 miliardi di euro: oggi ne vale 11,2 miliardi, molti di più dei Signori del maglione (8,3 miliardi), del Re degli occhiali (7,2) e dellex presidente del Consiglio (6,3).
Lexploit patrimoniale dei Rocca non è né un segreto, né tanto meno un miracolo. Piuttosto, è la sintesi più immediata e trasparente dellottima annata di Tenaris, il gruppo che ha come plus la costruzione di tubi in acciaio senza saldatura. In questo settore lazienda sfrutta da anni un vantaggio competitivo, essendo stata la prima a fornire questo tipo di lavorato, il cui impiego principale è nel settore petrolifero. È evidente che il rialzo delle quotazioni del greggio, con laumento dellattività di perforazione, ha finito per gonfiare i ricavi di Tenaris. E la Borsa ha premiato il titolo, su cui hanno inoltre fatto leva alcune speculazioni - puntualmente smentite - circolate in primavera sullipotesi di una fusione con la Socotherm di Zeno Soave.
Lascesa dei Rocca è così costata ai Benetton il titolo di primi della classe. Alla famiglia di Ponzano Veneto non è bastato incrementare i 7,5 miliardi dello scorso anno grazie soprattutto allapprezzamento della partecipazione in Autostrade e nonostante il 5% nella Rcs. Più ricco, a dodici mesi di distanza, si ritrova anche Del Vecchio: Luxottica e Beni Stabili hanno garantito un congruo arrotondamento della ricchezza borsistica dellimprenditore di Agordo (da 6,4 a 7,1 miliardi), mentre Silvio Berlusconi ha perso due posizioni a causa di una quota scesa da 6,7 a 6,3.
Nella top ten, in cui figurano anche i Boroli, quinti con 4,5 miliardi, è da segnalare lingresso di due new entry: quella di Romain Zaleski (settimo), passato da 270 milioni a 3,8 miliardi soprattutto in virtù del timing con cui il finanziere franco-polacco ha gestito la vicenda Arcelor-Mittal (ma non trascurabili sono stati anche gli incrementi effettuati in Generali, Banca Intesa e Fonsai); e quella dei Moratti (ottavi, con tre miliardi), entrati in graduatoria in seguito alla quotazione della Saras.
Il vero Re Mida del listino resta però lo Stato: lamministrazione centrale (Tesoro, Cassa depositi e prestiti, Inail, eccetera) vale 46,8 miliardi, mentre gli enti locali aggiungono altri 8,3 miliardi.
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