Cultura e Spettacoli

I funerali di Jacko diventano uno show: caccia ai biglietti

Martedì migliaia di fan e tv di tutto il mondo a Los Angeles per l’addio al mito della musica. In vendita magliette a 20 dollari, spille a 5 e gadget per tutte le tasche. Il 27 luglio uscirà il volume-verità scritto dal produttore

I funerali di Jacko diventano uno show: caccia ai biglietti

Appuntamento, martedì prossimo, allo Staples Center di Los Angeles. La «cerimonia pubblica» avrà inizio alle 10, quando in Italia saranno le 19. Per l’ultimo capitolo della favola triste dell’anatroccolo nero che sognava di diventare un cigno bianco, Neverland sarebbe stato il posto ideale; ma il luna park privato che Jacko volle costruirsi a sua immagine e somiglianza, è stato bocciato dalla famiglia. Troppo piccola Neverland per accogliere la folla di cloni Peter Pan provenienti da ogni parte del mondo per assistere all’ultimo volo del loro eroe.
Niente più concerti, ma lo show post mortem è vivo più che mai. Anche un defunto può registrare il tutto esaurito. E se il caro estinto è Michael Jackson, il sold out è garantito. Un estremo saluto in mondovisione che sublima il lutto e lo trasforma in emozioni da vendere a prezzi popolari. La bancarella del merchandising cimiteriale dedicato a quello che fu il «Re del Pop» è pronta a squadernare il campionario di memorabilia: magliette, 20 dollari; spille, 5 dollari; braccialetti e collanine, dai 10 ai 15 dollari; gadget vari (foto con dedica «originale», ritratti, dischi, busti in bronzo) a prezzi da concordare al momento).

Undicimila biglietti (circa la metà della capienza dello Staples Center) «saranno gratuiti». Ma dietro quell’aggettivo, «gratuiti», c’è tutto un universo affaristico. Lo Staples Center appartiene infatti all’Aeg, promotore dei cinquanta concerti che Jackson avrebbe dovuto tenere a Londra a partire dal prossimo 13 luglio. Proprio qui il cantante aveva svolto le ultime prove degli spettacoli e la stessa Aeg ha fornito alla Cnn le immagini relative a uno degli ultimi provini, risalenti al 23 giugno, nel quale Jackson appariva in «buona forma fisica». A osservarle bene, quelle immagini, si capisce che Jackson aveva ormai perso la forza esplosiva dei tempi di Thriller, ma certo non era il rottame descritto all’indomani della sua morte, il 25 giugno.

La stampa americana è apparsa sorpresa per la scelta del Staples Center («con i suoi 90mila posti, il Memorial Stadium sarebbe stato più idoneo all’evento) e non ha mancato di porsi un interrogativo piuttosto profano: «Chi pagherà le misure di sicurezza e di adeguamento del traffico che il municipio di Los Angeles sarà costretto ad adottare per la cerimonia?».

Silenzio assoluto invece sui funerali o sulla tomba: secondo alcune voci Jackson potrebbe essere sepolto nel cimitero di Forest Lawn già martedì mattina, prima della cerimonia in suo onore. Diventerà invece un museo aperto al pubblico (con tanto di biglietto d’ingresso) la residenza che Jackson occupava a Los Angeles, appartenente allo stilista francese Hubert Guez.

Ma il «Memorial Jackson» è ormai un evento senza confini. Spesso dai contorni grotteschi. Una sua statua gigante è già stata eretta a Regensdorf nei pressi di Zurigo. La statua di plastica grigia, 12 metri di altezza, 4 tonnellate di peso, rappresenta Jackson in piedi, con indosso delle cinture dorate. «Ci sono solo 19 esemplari nel mondo di questa statua, due in Europa», ha raccontato «con orgoglio» l’organizzatore dell’avvenimento, Andreas Grassmann. Il Jacko-Barnum gira che è un piacere: «Attendono decine di migliaia di fan, venderemo rose e candele e abbiamo messo a disposizione un libro per le condoglianze». E, a proposito di libri, sarà pubblicato il prossimo 27 luglio «In the studio with Michael Jackson», di Brice Swedien, il produttore che insieme a Quincy Jones ha lavorato alla realizzazione di tutti gli album da solista di Jackson.

È infine iniziata la battaglia legale per la custodia dei due figli che Jackson ha avuto da Debbie Rowe, Prince Michael e Paris: il testamento lasciato dal cantante li affidava - insieme all’ultimo nato Prince Michael II, la cui madre non è stata mai identificata - alla nonna Katherine o, se questa fosse impossibilitata, all’amica Diana Ross, clausola confermata temporaneamente da un tribunale di Los Angeles. Rowe - sposata con Jackson dal 1996 al 1999 - ha tuttavia dichiarato di voler recuperare la custodia dei figli e si è detta disposta a sottoporsi a tutti i test necessari, compreso quello del Dna, per dimostrare di essere la madre dei due bambini.

Riposare in pace, per Jackson, sarà impossibile.

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