I genitori assolvono l’insegnante : «Non ha colpe»

L’aria è tesa all’uscita della scuola Cappellini. I genitori aspettano i bimbi con i volti cupi. Borbottano, in capannelli sommessi, guardano in alto, spingendosi con lo sguardo fino al terzo piano dell’istituto, da dove l’altro ieri è precipitato il bambino di sei anni. Di lui si sa poco o nulla, solo che forse c’è qualche piccolo miglioramento. «Per fortuna - sospira una nonna, che tiene per mano una bimba di sei anni -. Ieri sera abbiamo pregato tanto per lui. Vero Marghe?» dice alla nipotina, imbacuccata in un piumino rosa. «Che il Signore aiuti quella povera famiglia».
Tutti parlano dell’incidente di martedì, nessuno ha notizie certe. Il coro delle mamme è uno ed uno solo. Sono tutte solidali con la maestra di inglese, anche se all’uscita di scuola ancora nessuno sa che rischia il licenziamento. «Non vorrei essere nei suoi panni - commenta una giovane mamma -. Un incidente del genere però poteva capitare a tutti, non è colpa sua». L’insegnante viene descritta come «una persona valida e attenta» a cui i bambini sono affezionati. «Con i bambini piccoli è un attimo - dice un’altra -. Si figuri che l’altro giorno ero sotto la doccia, questione di cinque minuti, e mio figlio è salito in piedi su una sedia in balcone. Alcuni bambini si pongono dei limiti, anche quando giocano, altri sono del tutto incontenibili».
La direttrice non parla, le altre maestre nemmeno. I bidelli hanno precisi ordini: non dire niente a nessuno, nemmeno ai genitori. In mattinata una delegazione di mamme della prima A si è presentata in presidenza per avere chiarimenti sulla questione. Niente da fare, tentativo inutile. I responsabili della scuola si sono barricati dietro al silenzio più assoluto, probabilmente su suggerimento degli inquirenti. Per far chiarezza sulla tragedia infatti prossimamente i bambini della classe saranno interrogati e quindi è bene che nelle famiglie non circolino opinioni che possano influenzare la loro testimonianza.
Gli alunni della scuola sono scossi: «Mio figlio ieri non ha toccato cibo e ha voluto dormire nel lettone tra me e mio marito» racconta la mamma di un bimbo di sette anni. Un nonno svela la sua strategia per non turbare troppo la nipotina: «Con lei parlo di altro, cerco di farla ridere e di distrarla. In casa a cena non abbiamo acceso la tv per evitare di farle vedere i telegiornali. È inutile agitarla».
Qualcuno ha cercato di trarre un insegnamento dall’incidente: «Vedi - ha detto ai figli - Ecco perché ti dico sempre di stare vicino alla maestra e di non allontanarti dalla classe».
I genitori guardano increduli le finestre del terzo piano. Solo una mamma azzarda un commento un po’ critico: «Capisco che la scuola è in regola - dice - e che è stata ristrutturata da poco. Ma ai miei tempi alle finestre c’erano le sbarre e sicuramente una cosa del genere non sarebbe potuta accadere». Le misure di controllo pare funzionassero bene all’interno dell’istituto. I bidelli, assieme alle maestre, hanno sempre buttato un occhio sui bimbi, soprattutto su quelli più piccoli: sia in corridoio, sia negli spostamenti da una classe all’altra, sia nei bagni.


La scuola per ora non ha organizzato nessun momento di preghiera o di riflessione comune con i compagni di classe del bimbo cinese. «Ci pensiamo noi genitori a casa ad affrontare l’argomento» dicono le mamme, protettive. Qualche coccola in più, risposte semplici alle domande dei bambini sono la cura migliore allo spavento.

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