Loredana Gelli
Alla riscoperta dei prodotti tipici del territorio Sabino e dei Monti Lucretili. «Lolio nellinsalata» è lappuntamento che Palombara Sabina offre agli amanti della cucina semplice in questo fine settimana. In questa occasione lolio dop della Sabina, il primo ad aver ricevuto questo riconoscimento, sarà gustato in tutta la sua genuinità negli stand appositamente attrezzati, solo un assaggio che prelude il pranzo allaperto nel giardino del Cinema Nuovo Teatro a base di nazzicaculi (da «nazzicamento», il movimento del bacino delle massaie che preparano, a mano, limpasto per gli gnochetti o altre paste). Questa sorta di spaghettone che si ottiene con acqua e farina, ingredienti ai quali si aggiunge del rosso duovo, viene preparato dagli Sgabarruni ovvero i cuochi e le Cecare ovvero le signore del castello ed insaporito con sugo piccante di pomodoro e basilico. Una pasta perfetta per esaltare il sapore dellextravergine locale. Il menu prevede anche bistecche alla brace e vino.
Per ammirare il Castello di Palombara, un monumento risalente dal IX secolo, sono state ideate speciali visite guidate per visitare le più belle sale del palazzo, alcune delle quali decorate da pregevoli affreschi cinquecenteschi, riconducibili alla scuola di Raffaello. Il castello, antico possedimento della nobile famiglia dei Savelli, utilizzato come roccaforte, venne, successivamente, trasformato in residenza baronale e ospitò, nei secoli, papi, antipapi e imperatori come Federico Barbarossa, uomini famosi come Benvenuto Cellini e anche un tribunale per giudicare alcuni cavalieri dellOrdine dei Templari (1310). Oggi ospita una mostra permanente di oggetti agricoli e artigianali.
Il castello sembra vigilare su tutta la collina su cui è adagiato il borgo medievale e sullintera valle della Sabina. Di età romanico-arcaica è, invece, la Basilica di San Giovanni in Argentella, nome che sembra derivi dalle numerose fonti sorgive, considerate anche terapeutiche, che circondano la chiesa.
Posta tra ulivi e ciliegi era originariamente parte di unabbazia benedettina di grande prestigio fino al 1300 della quale restano reperti particolarmente interessanti tra i quali un tabernacolo in stile bizantino, graffiti anchessi bizantini e un affresco raffigurante San Bernardo di Chiaravalle. Resti di una «cella benedettina» sono, invece, conservati nella chiesetta di San Biagio, dove si può anche godere di una magnifica vista. Un comodo sentiero che attraversa stupendi oliveti, fiancheggia il Convento di San Nicola, costruito su un edificio romano di epoca repubblicana, ora abbandonato, e si addentra nella macchia. In circa tre ore di cammino si può raggiungere la vetta del monte Gennaro, cima zappi da cui si domina un panorama immenso: il Tirreno, il Monte Terminillo, il Gran Sasso dItalia e la Capitale. Ai piedi della Cima Zappi si estende un grande altipiano circondato da colli e, proseguendo per circa due ore di cammino, si arriva ad una suggestiva faggeta con sorgenti di acqua potabile.
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