«Tra i legni. I voli taciturni di Dino Zoff», la prima biografia del portiere

Esce il libro edito da Limina del drammaturgo e scrittore Giuseppe Manfridi. Non è un manuale di date e cifre, ma il racconto dell'incontro appassionato di uno scrittore con una vita eclatante e semplice in cui la normalità fa da forziere all'eccezionalità. In quattro capitoli aneddoti e confessioni inedite

Un libro che non è un manuale di date e cifre, ma il racconto dell'incontro appassionato di uno scrittore con una vita eclatante e semplice in cui la normalità fa da forziere all'eccezionalità. È soprattutto questo «Tra i legni. I violi taciturni di Dino Zoff», la prima biografia sul portiere campione del mondo 1982 scritta dal drammaturgo e sceneggiatore Giuseppe Manfridi (Limina editore, 19.90 euro) presentata nella sede di Roma dell'Istituto per il Credito Sportivo.
L'opera è il racconto di un uomo e di un ruolo, quello del portiere, che a tutti gli effetti sembrerebbe uno sport a parte. Come se in qualche modo Zoff avesse scelto un punto di vista che è quello di chi osservi l'evolvere del mondo dalla feritoia di un mondo a sè: stando con il gruppo, ma in fondo da solo. Nessuno quindi più di Zoff, con l'altezza del suo magistero tecnico e stilistico, avrebbe potuto essere assunto a riferimento di un percorso narrato dagli anni friulani fino al tetto del mondo passando attraverso sei maglie (Marianese, Udinese, Mantova, Napoli, Juventus e Nazionale) ma rimanendo sempre se stesso con lo stile assieme timido e fiero che lo ha caratterizzato nei suoi quasi 70 anni di vita.
«Ero restio all'idea di una biografia, poi l'amicizia e la conoscenza con l'autore mi ha convinto», così Dino Zoff, che nel libro racconta aneddoti e fa confessioni mai pubblicate prima. «Il libro è nato grazie ad alcuni colloqui al circolo Aniene (quello frequentato dall'ex portiere, ndr) - ha svelato Manfridi, già autore tra le altre cose del testo teatrale Ultrà, poi diventato film con la regia di Rcky Tognazzi, Orso d'Oro a Berlino -. Zoff non parla molto, ogni volta riempivo una o due paginette di appunti e mi chiedevo come avrei potuto scriverci un libro. Poi, rielaborando tutto, credo di essere riuscito a rappresentare al meglio il personaggio. Addirittura nella parte finale del libro, diviso in quattro capitoli, c'è monologo di Zoff di una pagina e mezzo...».
«Non è che il dialogo fosse così squilibrato - ha risposto con il sorriso l'ex calciatore della Juventus - è che non è facile parlare di episodi della propria carriera. Pensate che stento ancora a riguardare le mie partite, anche quelle più importanti». Zoff racconta poi un aneddoto su quella famosa partita a scopone persa insieme al presidente della Repubblica Pertini: «Ballava un asso e il presidente sbagliò, così perdemmo contro Causio e Bearzot...».
L'ex portiere ha poi affrontato i tempi dell'attualità a iniziare dal caso Totti: «È un grande giocatore e se sta bene non ha problemi. Sono convinto che anche Ranieri la pensa così. Il cambio a quattro minuti dalla fine a Genova? L'allenatore si assume le proprie responsabilità, credo che la decisione di Ranieri di farlo entrare solo nei minuti finali sia un segno di riconoscenza del valore di Totti perchè evidentemente anche il tecnico della Roma sa che in pochi minuti il capitano giallorosso può decidere una partita».
E a proposito delle bandiere, Zoff ha successivamente puntualizzato: «Sicuramente ce ne sono meno di un tempo, ma in questo caso non è una questione di bandiere, ma di condizioni di forma che portano un allenatore a prendere delle decisioni». Su Buffon è stato perentorio: «Purtroppo gli infortuni non gli hanno permesso di giocare negli ultimi tempi. Quando recupererà la forma migliore, non avrà problemi. Rivalità con Storari? Se Gigi sta bene, non c'è nessuno come lui. La Juve è pronta a cederlo? Io parto dall'idea che Buffon è Buffon. Cosa potranno fare i bianconeri? La Juventus sta vivendo un momento delicato, ma non tanto per la classifica che permette ancora di recuperare il terreno perso, ma soprattutto per quei sette gol presi in due partite che sono un brutto segnale. Resto convinto che possa rifarsi e lottare fino alla fine per la Champions League».
A lottare per la Champions fino alla fine ci saranno anche Napoli e Lazio. «Dai biancocelesti mi aspettavo qualche punto in più nelle ultime gare. Ma è una buona squadra, completa in tutti i reparti, e può pensare di agguantare la qualificazione alla Champions League.

Il Napoli? Sta andando alla grande, e ha grandi chance di arrivare tra le prime quattro. Ma la squadra da battere resta il Milan, e occhio all'Inter che, dopo aver recuperato gli infortunati, può rientrare, anche se non sarà facile».

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