Presto non sapremo più dove appoggiare i libri stampati per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Se il patriottismo si misurasse in quintali di carta, questo Paese sarebbe in una botte di ferro.
Tra gli editori che «scendono in campo» con forze massicce, si segnala, per questo mese, Rizzoli. In arrivo la ristampa, in veste grafica accattivante, di Letteratura italiana del Risorgimento di Gianfranco Contini. Un classico, anche se la «tazza di tè» del grande filologo resta il medioevo. In aggiunta al notissimo, in questa edizione c’è l’aggiunta delle pagine dedicate ad Alessandro Manzoni: avrebbero dovuto far parte di un secondo tomo, progettato e mai realizzato. A uno storico, Ernesto Galli della Loggia, è invece affidata l’antologia Poesia civile e politica dell’Italia del ’900. Ci sono nomi scontati (Pascoli, D’Annunzio, Marinetti, Ungaretti, Montale, Saba, Pavese, Pasolini) e un po’ meno scontati (Palazzeschi, Sereni, Penna e Raboni). Paolo Mieli, direttore della divisione libri Rcs, ha incaricato se stesso di curare la collana Bur Romanzi d’Italia in cui sono raccolti i dieci romanzi «su cui si sono formati gli italiani». Sotto quindi con i titoli che sono stati croce e delizia di tutti gli studenti: Le avventure di Pinocchio (Carlo Collodi), Il piacere (Gabriele D’Annunzio), Cuore (Edmondo De Amicis), Le mie prigioni (Silvio Pellico), I promessi sposi (Alessandro Manzoni), I Vicerè (Federico De Roberto), Piccolo mondo antico (Antonio Fogazzaro), Ultime lettere di Jacopo Ortis (Ugo Foscolo), I Malavoglia (Giovanni Verga), Le confessioni di un italiano (Ippolito Nievo). Prefazioni, tra gli altri, di Sergio Romano, Gustavo Zagrebelsky, Luciano Canfora, Pierluigi Battista. Chiaro il disegno: un pizzico di Romanticismo, una spruzzata di Risorgimento in chiave eroica o strappalacrime, un giro nei quartieri alti, uno in quelli bassi, un viaggio nel Sud e in provincia. Tutti contenti.
Sono questi i libri che hanno fatto l’Italia, è questo il canone tricolore dell’Ottocento? Pare proprio di sì. Il che suscita subito una curiosità. Quali sono i libri che, invece, avrebbero dovuto fare (o rifare) l’Italia ma non ci sono riusciti perché, pur raggiungendo un pubblico ampio e una certa notorietà, si sono scontrati con resistenze culturali, politiche, editoriali?
Capolavori, per intendersi, come I fuochisti della vaporiera (uscì per Editoriale Nuova nel 1978) o Straborghese (riedito di recente dall’Istituto Bruno Leoni) di Sergio Ricossa. Grande economista, certo. E scrittore raffinatissimo: se Straborghese l’avesse firmato Tom Wolfe avrebbe fatto il giro del mondo. Nei volumi citati, c’è la lezione che l’Italia purtroppo non vuole imparare: l’antistatalismo, la critica dell’interventismo in economia e un (geniale, per lo stile ironico in cui è espresso) atto d’amore verso la parte ottimista e produttriva della società, la tanto bistrattata borghesia. Per fortuna l’editore Rubbettino ci scodellerà quest’anno tre o quattro titoli formidabili. Imminente è Manuale di sopravvivenza ad uso degli italiani onesti. Poi arriveranno Storia della fatica, I pericoli della solidarietà e Impariamo l’economia.
Oppure capolavori come La libertà e la legge di Bruno Leoni, pubblicato nel 1961 negli Usa, e più di trent’anni dopo dalle nostre parti, grazie a Liberilibri. Una difesa della libertà individuale in punta di diritto e in netta controtendenza per un Paese allora come oggi dominato dal collettivismo, dal marxismo, dal «cattolicesimo sociale».
Oppure ancora, per venire alla letteratura, capolavori come Kaputt di Curzio Malaparte, ancora così sfigato da essere scambiato per Curzio Maltese in una pagina tragicomica dell’eminente cattedratico Alberto Asor Rosa, nonostante la riscoperta pionieristica di Giordano Bruno Guerri e la beatificazione in corso d’opera per volontà e per mano di Giorgio Pinotti di Adelphi. Fondamentale, Kaputt, non solo per capire il declino dell’Europa, ma anche come prova che c’è stata vita oltre il Neorealismo.
Potremmo proseguire con alcuni volumi di Prezzolini, Volpe, Romeo. O con chi ha raccontato la guerra civile, con verità, dalla prospettiva dei repubblicani di Salò: Carlo Mazzantini, tra i narratori; Roberto Vivarelli, tra gli storici. Volendo l’elenco è sterminato: urge collana.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.