La famiglia Ligresti chiude la partita dei debiti con le banche, ma il complesso riassetto di Premafin (-4,2% in Borsa) rimane appeso al verdetto della Consob sullOpa obbligatoria. Ieri pomeriggio, in tempo per il cenone di Capodanno e la scadenza del prestito originario, la holding Sinergia ha rifinanziato 25 milioni di debiti con Unicredit dando in pegno il 5% di Premafin (di cui controlla il 20% per un valore di 100 milioni).
Era lultimo tassello che mancava per mettere in sicurezza a medio termine limpalcatura debitoria di «casa Ligresti», dopo che la scorsa settimana Premafin aveva chiuso il cerchio con gli istituti creditori dando in garanzia le azioni della controllata FonSai (-2,8% in Borsa), uno dei pesi massimi del settore assicurativo italiano e possibile obiettivo industriale di Groupama. Parigi si è infatti offerta di diventare il secondo socio di Premafin, in cambio della certezza di essere «informata» qualora i Ligresti decidessero di vendere i gioielli di famiglia una volta trascorsi i due anni previsti per lo status quo: Groupama acquisterà dai Ligresti i diritti di opzione per partecipare allaumento di capitale di Premafin, che utilizzerà parte del denaro raccolto per ricapitalizzare FonSai. Per questo laccordo di ieri prevede anche non ci sia alcun pegno sui diritti delle azioni date in garanzia a Unicredit. Linoptato è garantito da un pugno di istituti guidati dal Crédit Suisse. Lasse Ligresti-Groupama ha però attirato lattenzione della Consob, al lavoro con i colleghi svizzeri per fare luce sia sulloperazione sia sul pacchetto Premafin (originariamente vicino al 9%) rimasto a lungo in gestione fiduciaria al Credit Agricole Suisse, che lo ha poi smontato (ora è il 2,9%) «dimenticandosi» di comunicarlo al mercato: sono emersi alcuni soci domiciliati nei paradisi fiscali, ma voci di mercato hanno sempre collegato tale quota ai Ligresti. Così come resta da chiarire il ruolo del finanziere Vincent Bolloré che, dopo essere salito al 5% di Premafin, ha fatto da ambasciatore a Groupama.
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