I «liguri» pronti a salire sul predellino-bis

I «liguri» pronti a salire sul predellino-bis

(...) rimpiango - commenta il vicepresidente del consiglio regionale Luigi Morgillo -, quel movimento sul territorio era radicato più di quanto si potesse credere con congressi territoriali che si svolgevano con grande partecipazione. Ricordo alla Spezia un congresso provinciale con la gente in coda per votare: spero di rivivere momenti così». Notizia valutata comunque positivamente quella di trasformare il Pdl, «una mossa strategica che consentirebbe anche di evitare diatribe sul logo con i finiani» prosegue Morgillo. Per Roberto Cassinelli, deputato genovese, l’idea di Berlusconi è un colpa d’ala per uscire da un momento di difficoltà: «Ancora una volta il presidente del Consiglio tira fuori il coniglio dal cilindro - racconta -. Ci sarà da fare un importante approccio di marketing e l’approccio non dovrà essere solo di facciata ma carico di contenuti perché è il momento di andare oltre il Pdl». Stessa valutazione che viene fornita dal capogruppo in Regione del Popolo della Libertà Matteo Rosso: «Berlusconi ha sempre saputo guardare lontano e ha sempre avuto ragione, anche quando nessuno gli dava credito. Quello che mi auguro è che sia un progetto che non allarghi ulteriormente ad anime diverse da quelle che si sono già cementate in questa esperienza perché si andrebbe a rischio di nuove scissioni». Valutazione che trova maggiore prudenza in Giorgio Bornacin, senatore ex An ma fedelissimo alla causa berlusconiana e da qualche settimana anche coordinatore metropolitano del partito di maggioranza relativa a Genova: «Sono in parlamento ogni giorno e di una vicenda del genere non avevo mai avuto sentore - usa prudenza Bornacin -. Penso che il Pdl, soprattutto dopo la frattura di Futuro e Libertà, abbia trovato una coesione tale per cui non esiste nemmeno più quella possibile contrapposizione tra ex An ed ex Fi: siamo un’unica squadra. Soprattutto in caso di elezioni andrei cauto su un cambio di simbolo».
Ma cosa vorrebbe essere questo nuovo partito? Un definitivo smarcamento dai finiani, oppure una trait d’union con le altre anime del centrodestra? Se Bornacin la vede come una totale rottura con Udc e Fli («altrimenti Berlusconi accetterebbe il rimpasto di governo»), per Giuseppe Murolo consigliere comunale a Genova per Futuro e Libertà è l’occasione per ritrovare l’intesa tra le varie anime del centrodestra: «Agli elettori del centrodestra si deve parlare con messaggi differenti e vedo questa possibilità come un ritorno ad esperienze passate e più fortunate: la nostra offerta politica deve essere diversificata».
Chi, invece, si smarca da ogni possibile coinvolgimento da un nuovo progetto berlusconiano è Enrico Musso, senatore traghettato dal Pdl al gruppo misto circa un mese fa, che ieri aveva difeso il governo sulla vicenda Ici al Comune di Genova: «Personalmente farei fatica ad essere coinvolto in un nuovo partito del genere - spiega -. Anche il Popolo della Libertà era nato con ottime intenzioni poi disattese, non posso che augurarmi che un nuovo partito possa superare le difficoltà del Pdl. Ma io non c’entro».
La novità in chiave ligure sta nella possibilità che sia Scajola a guidare la macchina ed il più entusiasta è il finiano Murolo: «L’ex ministro è un politico di razza e sono convinto che se ci fosse stato lui a guidare il Popolo della Libertà saremo ancora tutti insieme - ammette -. In questa fase Berlusconi non ha avuto al fianco consiglieri con capacità critica ma solo “yes, man”. Con Scajola mi auguro si possa aprire un confronto con Fli».

Entusiasti Matteo Rosso («è stato il migliore per Forza Italia»), Giorgio Bornacin («ottima persona») e Cassinelli («è una garanzia di successo più di ogni altro»), così come Morgillo che spende una metafora: «Forza Italia è nata come una zattera per traghettare i moderati, Scajola ne ha fatto una nave per vincere le onde nel mare in tempesta».

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