I linguaggi della nuova drammaturgia

L’anno scorso è stata battezzata in un clima di festoso entusiasmo e di vivace interesse da parte sia del pubblico (per lo più giovanile) sia degli addetti ai lavori. Quest’anno la rassegna «Short Theatre», diretta da Fabrizio Arcuri, torna ad India con un calendario fitto di iniziative importanti che mescolano generi e linguaggi diversi (teatro, danza, video, letteratura, performance) e che - soprattutto - guardano al panorama europeo in un’ottica di confronto e dialogo. Appare, inoltre, tanto più emblematico il fatto che questa frizzante vetrina trovi modo di «esplodere» proprio nei luoghi interni ed esterni della seconda sala dello stabile romano: destinazione di approdo, soprattutto nell’ultima parte della recente stagione, di numerosi artisti e gruppi nuovi e/o di ricerca. Non appena, dunque, saranno terminate le repliche dell’intenso «Ero purissima» di e con Eleonora Danco, la struttura di lungotevere dei Papareschi si trasformerà (da martedì 19 al primo luglio) in uno spazio multifunzionale dove far confluire varie voci, vari tasselli «che - spiega lo stesso Arcuri - concorrono a offrire prospettive diverse del fare teatro e a proporre prospettive di osservazione della realtà».
La realtà, per esempio, trasfigurata nella drammaturgia di tre grandi autori internazionali quali Copi (spetta al bolognese Teatri di Vita presentarci un allestimento del «Frigo» affidato alla verve interpretativa di Eva Robin’s), Koltes (il suo «Nella solitudine dei campi di cotone» incontra gli immaginari mai banali di Egumteatro e della compagnia Krypton) e Shepard (di cui Werner Waas rilegge «Bocca di cowboy»). E se questi titoli hanno collocazione in apertura, nei giorni a seguire troviamo tre significative formazioni di casa nostra impegnate in lavori anch’essi costruiti su testi stranieri: Arcuri e la sua Accademia degli Artefatti si misurano con «Ab Uso - An oak tree» di Tim Croch, le Albe dirette da Marco Martinelli affrontano «Sterminio» di Werner Schwab e Teatrino Clandestino ci propone «Ossigeno» del russo Ivan Vyrypaev. Non meno affascinante appare poi la sezione dedicata alla scena italiana, che mette in scaletta l’arguto Daniele Timpano con «Ecce Robot!» (destinato a bissare il successo di «Dux in scatola»), le scenografie tecnologiche dei Santa Sangre e del loro «Spettacolo sintetico sulla stabilità sociale» (ispirato ad Aldous Huxley), Sabrina Petyx, autrice di «Volevo dirti», e un irriverente «Caffè concerto» ideato da Jurij Ferrini. La drammaturgia contemporanea rappresenta, pertanto, un nodo centrale del ricco programma di «Short Theatre 2007». Motivo per cui acquistano peso di rilievo anche i momenti di dibattito fissati all’interno della sezione «Please to meet you»: quasi ogni giorno, alle 18.30, autori, esperti e artisti incontrano il pubblico per scandagliare temi, ragioni, valori, forme di una scrittura giocoforza legata alla realtà.

Tra i nomi presenti, Antonio Tarantino, Spiro Scimone, Herbert Achternbusch (omaggiato anche con una mostra monografica), Tim Croch. «L’anno prossimo ci sarò anch’io - commenta Albertazzi, direttore del Teatro di Roma -, particolarmente orgoglioso di un progetto non d’avanguardia ma, piuttosto, di esplorazione».
Info: 06/684000313.

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