I medici litigavano e il bambino subiva due ischemie

MessinaHa lasciato un reparto, quello di ginecologia, per entrare in quello accanto, la terapia intensiva neonatale. Sta meglio Laura Salpietro, ma adesso vuole stare accanto al suo bambino, il piccolo Antonio che ha subito due ischemie cerebrali durante il parto, mentre i medici si azzuffavano in sala travaglio.
Ieri è stato il giorno della verità: la risonanza magnetica effettuata in ospedale ha evidenziato sul piccolo quel danno che tutti temevano. Subito dopo l’esame è intervenuto il direttore dell’unità di terapia intensiva, dove si trova ricoverato il bimbo, che ha tentato di rincuorare i genitori: «Non possiamo dire se il bambino avrà conseguenze in futuro - ha spiegato Ignazio Barberi -. È vero che la risonanza ha evidenziato dei problemi, ma non è certa l’evoluzione che questi potranno avere. Passeranno anni prima di avere una diagnosi certa. Una prima risposta approssimativa si potrà avere forse tra sei mesi o un anno». Il medico ha anche evidenziato i progressi avvenuti nelle sue prime settimana di vita del bambino e ha annunciato che il piccolo potrebbe essere dimesso nel giro di dieci giorni: «Il bambino sta meglio e risponde agli stimoli - ha continuato Barberi - però è chiaro che questa sofferenza prenatale che ha avuto ha lasciato dei segni. Sembrano di lieve entità, ma per il futuro non possiamo avere alcuna certezza».
Laura Salpietro ieri ha potuto prendere in braccio Antonio. A lei l’ospedale ha riservato una stanza dentro la quale potrà iniziare ad allattarlo senza tiralatte. Sarà a sua completa disposizione per assicurargli il suo affetto, anche di notte. Al suo fianco ci sarà anche suo marito il papà di Antonio, Matteo Molonia che il 26 agosto ha chiamato i carabinieri mentre i due ginecologi si azzuffavano in corsia. L’investigatore privato, questa la sua professione, ieri mattina ha incontrato i giornalisti e con loro si è soffermato a lungo: «La notizia dell’ischemia cerebrale - ha spiegato - ha determinato in mia moglie uno stato depressivo che per noi è un ulteriore motivo di preoccupazione e sofferenza. Mia moglie sta meglio, ma ora dopo la notizia è ricaduta nello sconforto totale. Siamo disperati, spero solo che ora qualcuno paghi per tutto questo». Molonia confida molto nella giustizia e ha dato mandato al suo avvocato di consegnare agli inquirenti titolari dell’indagine l’esito dei test diagnostici. «Chiederò che il risultato della risonanza magnetica compiuta sul piccolo Antonio, dopo una lite tra due ginecologi, venga acquisito dalla Procura»: ha spiegato l’avvocato Flavia Buzzanca. «L’evidenziazione di ischemie cerebrali negli accertamenti clinici - ha sottolineato il legale - non può che costituire un ulteriore elemento di valutazione di responsabilità da parte dei soggetti, già peraltro indagati dal magistrato. Il danno l’ha subito il bambino, anche se in quale misura resta ancora da vedere. Ma anche la madre e non solo per l’asportazione di parte dell’utero ma soprattutto sul piano psicologico visto che difficilmente potrà avere un’altra gravidanza».
Il Collegio provinciale delle Ostetriche di Messina, dopo il caso della lite tra medici al Policlinico chiede scusa e denuncia che «le donne messinesi stanno pagando un prezzo troppo alto».

Probabilmente, affermano in coro le ostetriche, la gestione disordinata del riordino del sistema sanitario della Regione Sicilia «penalizza quei professionisti seri e capaci che devono subire ingiustizie con conseguenti atteggiamenti di arroganza e prepotenza di chi si sente essere protetto».

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