I militari «Grande dolore, ma si deve andare avanti»

Scoramento, tristezza, grande senso di vuoto. Ma anche voglia di riscatto. E’ un turbinio di emozioni quello vissuto dal contingente nazionale di stanza in Afghanistan. Su tutto prevale, però, una convinzione:«occorre andare avanti, portare a termine la missione, anche e soprattutto per i compagni che non ci sono più». « L’attentato era nell’aria. Ce lo aspettavamo, anche se speravamo che non succedesse» dice un soldato . «Ci sono andati giù pesante. Il primo Lince è stato completamente sventrato, proiettato contro un albero». Un attacco terribile, il maggior tributo di sangue pagato dagli italiani in Afghanistan, il secondo in assoluto dopo la tragedia di Nassiriya. Ma neppure questo fermerà la missione. Gli uomini della Folgore sono «determinati ad andare avanti». «Nessuno ha voglia di mollare» spiega un altro militare. «Ma se accade una tragedia a un mezzo ottimo come il Lince, allora occorre studiare e apportare miglioramenti.

Certo, questo costa soldi: la ricerca ha un costo, ma bisogna capire che il Lince potrebbe ormai essere un mezzo superato. Occorre investire qualcosa in più per tutelare, più di quanto non si stia già facendo, la sicurezza dei soldati».

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