Cronache

Tra i monti dell’entroterra un prete combatte satana

L’esorcista spiega la sua missione La storia del medico posseduto durante una festa di carnevale

Tra i monti dell’entroterra un prete combatte satana

Alessandro Massobrio

Mi ha pregato di non rivelare il suo nome. «Sarebbe un'azione diabolica - mi ha detto - perché già attualmente mi trovo a dover operare in un ambiente ostile e coloro che ostacolano di più la mia opera sono proprio confratelli. Sacerdoti come me che considerano l'opera dell'esorcista una sorta di pratica di magia superata dai tempi». Eppure - gli ho fatto notare - i casi sono tanti, almeno già qualche decina da quando il vescovo lo ha autorizzato ad allontanare i demoni. Ma lui scuote il capo come a dire che l'incredulità è il male peggiore. Anzi, forse la raffinata arma del diavolo consiste proprio nel far credere che il diavolo non esista.
Siamo nella canonica di una di quelle chiese di montagna, nell'entroterra ligure, dal sagrato delle quali non si riesce a scorgere il mare. Parlami della possessione, gli dico. «Occorre distinguere tra possessione e vessazione. La prima si verifica quando il demonio prende possesso del corpo e della mente di una persona. La vessazione invece consiste in forti fenomeni di disturbo che vengono dall'esterno, ma che non riescono mai ad impadronirsi della ragione e della volontà del soggetto».
A chi satana riesce più facilmente ad imporre il proprio potere?
«I fenomeni si possono riscontrare specie in coloro che non sono battezzati oppure in battezzati che vivono in peccato, o sono entrati in sette sataniche o ancora hanno svolto attività medianica».
Un credente è fuori dall'influenza del demonio?
«Non è sicuro nulla. Se tra i suoi avi vi sono stati medium o adoratori di satana, ebbene questa eredità genetica può offrire non pochi spiragli di ingresso al maligno. E non è da escludersi neppure la possibilità che questa persona, per quanto pia, sia in possesso di doti medianiche. Insomma, può fungere da richiamo senza neppure esserne cosciente. Non mancano poi coloro che invocano i morti e ne chiedono l'aiuto. Se il defunto si trova all'inferno, non è escluso che questa presenza si faccia viva, soprattutto se chi lo ha invocato possiede una qualche capacità medianica».
Lo stesso morto è in grado di tormentare e vessare un vivente?
«Se dannato, sì. Egli può tornare da solo, in compagnia di demoni o seguito da altri dannati e prendere possesso della casa o addirittura della persona. Senza dimenticare che la possessione può esercitarsi anche tramite maleficio. Poco tempo fa sono dovuto intervenire su un medico che lavora in una struttura pubblica in Liguria. Il racconto che mi ha fatto è stato di questo tipo: durante una festa di carnevale, era stato avvicinato da una maschera che, ridendo, gli aveva infilato il dito in un orecchio. La sensazione era stata quella di un turbine che gli penetrasse nel capo. Credeva si trattasse soltanto di suggestione, ma nei giorni, anzi, nei mesi seguenti il disturbo non era cessato. Poi, di nuovo di carnevale, si era rinnovato l'incontro. Probabilmente la medesima maschera della volta precedente lo aveva aggredito dal lato opposto. E questa volta la possessione si era davvero compiuta, tanto è vero che, nel corso dell'esorcismo, quando intimavo all'entità che possedeva il poveretto di rivelarmi la causa dei mali che tormentavano quest'ultimo, questa mi rispondeva con una sorta di ritornello: magia, magia, maleficio, magia…».
Esistano persone che, ancora oggi, dedicano il proprio tempo ad operare malefici.
«Sappiamo che, nell'ambito della comunità europea, un abitante su cinque ricorre a maghi e fattucchieri, all'occultismo. Occultismo che, se dobbiamo credere a Massimo Introvigne nel suo celebre saggio, Il cappello del mago, ha cominciato a diffondersi sempre più in Occidente a partire dall'illuminismo ateo ed anticristiano. Da Voltaire a Cartesio, i grandi nomi dell'illuminismo sono anche esoteristi. Gente che rigettava la luce del cristianesimo per poi rivolgersi al volto tenebroso del soprannaturale».
Come fai a capire di essere di fronte ad un posseduto.
«Alcuni segni sono eclatanti. Mi è capitato di imbattermi in una donna che aveva il collo, il seno ed il volto coperto da segni - croci rovesciate, simboli satanici - come incisi sulla pelle da un coltello rovente. E queste ferite si cicatrizzavano e si riaprivano nel corso dello stesso esorcismo. Naturalmente, oltre a questi, vi sono altri fenomeni. La persona perde conoscenza, comincia a parlare altre lingue, l'occhio diventa bianco, una forza incredibile la rende capace di qualsiasi gesto».
La possessione riguarda soltanto il corpo?
«Certo, l'anima rimane libera e neppure il demonio sa che cosa una persona pensi o abbia intenzione di fare. Gli spiriti hanno infatti potere solo sulle cose materiali, possono spostare oggetti, possono agire sul corpo umano, sui suoi umori, sulle sue emozioni, ma mai assoggettare la parte spirituale di ognuno di noi. Senza dubbio, comunque, il potere del maligno si accresce a dismisura sui non battezzati. Vediamo spesso, infatti, nei paesi asiatici il mullah islamico o il santone indù ricorrere al sacerdote cattolico nei casi in cui le forze demoniache oppongano una resistenza troppo forte ai loro esorcismi. I diavoli musulmani li ho già cacciati io - dicono -. Per quelli cristiani vai dal prete cristiano».
Come si svolge la schermaglia tra demonio ed esorcista?
«Sia il vecchio che il nuovo rituale invitano chi pratica l'esorcismo a non intrattenere dialoghi con il demonio, se non per chiedergli il nome, l'ora e il giorno della sua partenza ed il segno che questa partenza deve accompagnare. È bene ricordare che satana è mentitore e dunque occorre servirsi di tali risposte con grande prudenza».
Ogni demone ha dunque il suo nome?
«Certamente e visto che il nome rappresenta l'essenza dell'entità, imporle - chiamandola Belial piuttosto che Belzebù o Asmodeo - di abbandonare il corpo di qualcuno, ottiene sempre l'effetto desiderato».
Esiste una sorta di gerarchia demoniaca?
«Certo. Al vertice supremo vi è una triade: Lucifero, Satana e Belzebù. Lucifero è l'indiscusso signore degli inferi. La sua rappresentazione è il drago dai mille occhi. Difficile esorcizzarlo. Padre Pio vi riuscì solo dodici volte. Spesso viene invocato ma difficilmente si presenta. Generalmente invia Satana al suo posto, Satana che guida le legioni dei demoni».
Esistono altre forze che possono minacciare la nostra esistenza terrena?
«Sì. Non sempre le possessioni o le vessazioni sono opera demoniaca. A volte siamo in presenza di anime che possono avere sede o nel purgatorio o nel limbo».
Cos’è il limbo?
«È una situazione dell'al di là in cui l'anima non ha ancora deciso se schierarsi con Dio o contro Dio. Lo deciderà al momento del giudizio universale. Per cui molti embrioni che hanno concluso la propria vita con l'aborto o adulti non battezzati vivono in questa dimensione di incertezza. Una dimensione che sta tra paradiso ed inferno, ma che all'inferno è particolarmente vicina. Tanto vicina che i demoni - così almeno mi hanno rivelato nel corso di un esorcismo - fanno di tutto per instillare in costoro odio nei confronti dei rispettivi uccisori».
Come ci si deve comportare in casi di possessione di questo genere?
«Occorre una profonda opera di catechesi, che le convinca ad accettare il battesimo, con il quale si ha la liberazione e dunque il paradiso. La persona esala un profondo respiro, cade quasi svenuta e poi si rialza liberata. Certe volte mi è capitato di battezzare anche contro la loro volontà, superando così questo desiderio di vendetta che li può condurre alla perdizione».
È sera ormai. Una fredda sera d'inverno. Ascolta, dico al mio interlocutore, tu vivi solo o quasi tra queste montagne. Di fronte a fenomeni come questi non hai mai avvertito un senso di paura o comunque di inquietudine.
«Gli esorcismi non li pratico in canonica. È possibile infatti che qualche ombra, qualche presenza residuale del male possa turbare il mio sonno. Io esorcizzo di sotto, in sacrestia e poi purifico tutto con tanta acqua benedetta. Il resto è nelle mani di Dio.

A lui spetta l'ultima parola».

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