Cultura e Spettacoli

I musei italiani tornano a riempirsi

Arrivano i dati del ministero per i Beni e le attività culturali relativi all’andamento dei 419 musei e siti archeologici di Stato in Italia. E a un anno esatto dalla nomina di Mario Resca a «Direttore alla valorizzazione» del Mibac sembra essersi innescato un trend positivo: la gente è tornata in massa a riempire le sale delle pinacoteche e delle collezioni d’arte. I numeri presentati ieri dallo stesso Resca e dal ministro Sandro Bondi sono infatti prevalentemente caratterizzati dal segno più. I visitatori, nei primi sei mesi del 2010 sono aumentati del 12,2 per cento e gli introiti lordi sono saliti del 6,45 (superando ampiamente i 45 milioni di euro, pur restando pressoché invariato il prezzo medio del biglietto di ingresso, che subisce un aumento del solo 0,8 per cento).
«In questi primi sei mesi dell’anno - ha precisato Resca - sono entrati nei musei italiani oltre 18 milioni di persone, quasi due milioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». Un risultato che supera gli obiettivi che erano stati fissati nel luglio 2009 e che ha ricevuto anche un riconoscimento diretto da parte del presidente del Consiglio, secondo il quale questi successi «dopo appena un anno di lavoro sugli eventi e la comunicazione, rappresentano la migliore riposta a quanti avevano espresso perplessità sulla scelta del ministro Bondi di porre a capo della nuova Direzione un manager di esperienza internazionale come Mario Resca».
Quanto al futuro, Bondi e Resca stanno elaborando nuovi progetti come quello di «portare in tournée per il mondo i Bronzi di Riace». Obiettivo per il futuro è anche diminuire le mostre e forse i musei («in Italia ce ne sono troppi») puntando sulla qualità. Si studiano anche nuove formule per i biglietti, e la possibilità di aprire alle cooperative cogestite tra pubblico e privato per aumentare la flessibilità del personale (sindacati permettendo). Progetti che faranno arrabbiare tutti quelli che in questi mesi hanno messo sotto accusa lo svecchiamento del Mibac (basti ricordare le polemiche per la campagna pubblicitaria con il «furto» dei monumenti). Ma non sono le critiche a preoccupare Resca, semmai le questioni di bilancio: «I tagli previsti dalla manovra fanno molto male alla cultura...

tagliare risorse ai beni culturali significa compromettere lo sviluppo del futuro del nostro Paese».

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