I negozi rifiutano il kit per sostenere il Gay Pride

Ora gli organizzatori del Gay Pride vorrebbero anche una città tutta imbandierata, che accolga la sfilata del 27 giugno con tutti gli onori come fosse una parata di eroi di guerra. E già che ci sono offrono il kit per trasformare Genova. Offrono, o meglio vendono il kit. Per tirar su 50 euro a vetrina. Ma la risposta dei negozianti finora non è stata certo quella che i manifestanti si attendevano. L’offerta di bandierina ed espositore per mettere in bella vista tutto il materiale allegato non è stata granché gradita. I portavoce del Genova Gay Pride spiegano che «alcuni esercenti che si trovano sul percorso del corteo hanno detto di non acquistare il kit perché l’afflusso lo avranno comunque». Anche se in realtà la giustificazione non convince neppure chi la propone. Tanto che gli organizzatori aggiungono: «È vero che l’indotto ci sarà ugualmente, ma è vero anche che stiamo facendo grandi sforzi per la promozione dell’evento ed anche il loro aiuto è per noi prezioso, oltre al fatto che sarebbe veramente bello vedere tutta la città imbandierata».
In sostanza la vendita del materiale è principalmente una fonte di guadagno per le associazioni gay. «Sono 150 i commercianti che ad oggi hanno aderito - ha detto il portavoce del Genova Pride - è una buona risposta, ma speriamo che il numero aumenti». I commercianti che aderiranno saranno inseriti in una mappa che verrà distribuita in migliaia di copie. Ai partecipanti del Pride sarà invece distribuito un braccialetto che darà loro la possibilità di ottenere sconti nei negozi «gay friendly».

Un tipo di pubblicità che però Genova e i suoi negozianti non sembrano apprezzare. Intanto in occasione del corteo del 27 Palazzo Ducale resterà aperto con le sue mostre ed i suoi eventi fino a mezzanotte, così come i Musei di Strada Nuova.

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