da Heiligendamm
Scontri a singhiozzo, blocchi stradali ovunque, inseguimenti nei boschi e potenti getti di idrante per respingere gli assalti alla «zona rossa». Era previsto che il giorno di apertura della riunione del G8 fosse ad alto rischio, e le previsioni si sono confermate. La grande manifestazione programmata per oggi è stata annullata dai promotori, dopo che la Corte costituzionale tedesca ha confermato il divieto di violare la zona di sicurezza. Ma per 24 ore le migliaia di anti-giottini convenuti da tutta Europa sulle rive dal Baltico per contestare il summit degli otto Grandi hanno tenuto in scacco con tecniche da guerriglia i sedicimila poliziotti tedeschi in assetto da sommossa che devono garantire la sicurezza attorno a Heiligendamm. Dividendosi in commandos hanno bloccato l'autostrada dell'aeroporto dove atterravano i capi di Stato e di governo, che sono stati prelevati da elicotteri per essere portati al sicuro. Hanno impedito la circolazione su praticamente tutte le strade e stradicciole di campagna che portano verso Heiligendamm, hanno interrotto la linea ferroviaria del trenino a vapore «Molli», che avrebbe dovuto garantire il trasporto di giornalisti e operatori lungo i 15 chilometri che separano il Centro stampa dall'Hotel Kempinski dove Angela Merkel ha radunato i suoi ospiti. Centinaia di reporter sono rimasti intrappolati per tre ore dai manifestanti mascherati da clown stesi sui binari, e alla fine hanno dovuto raggiungere il summit via mare, a bordo di motoscafi militari.
Ma i momenti di tensione più forte si sono avuti quando alcune migliaia di dimostranti sono riusciti a raggiungere attraverso i campi la barriera di protezione attorno alla «zona rossa»: le forze dell'ordine sono intervenute con gli idranti, i no-global (molti a volto coperto) hanno reagito con fitte sassaiole, almeno otto poliziotti sono stati feriti. La tattica finora usata dalle autorità è stata quella del muro di gomma: accerchiare, respingere, interdire il passaggio, frantumare in gruppetti i manifestanti per evitare azioni di massa che possano sfuggire al controllo. Ma nessuna prova di forza che scateni reazioni violente, manica larga nei confronti dei sit in di protesta che hanno paralizzato la circolazione: d'altronde, spiegavano ieri le tv locali, per la legge tedesca il blocco stradale non costituisce reato.
Ma la decisione della Corte costituzionale di respingere il ricorso degli anti-G8 contro il divieto di arrivare in corteo alla barriera protettiva ha alimentato la tensione.
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