«I no global vera minaccia per le Olimpiadi»

«I no global vera minaccia per le Olimpiadi»

Gianni Pennacchi

da Roma

Sul cerchiobottismo di Fausto Bertinotti e Alfonso Pecoraro Scanio, e mentre Francesco Caruso insiste nel voler boicottare le Olimpiadi di Torino, cade l’allarme del ministro Giuseppe Pisanu. Il titolare del Viminale avverte che la situazione è «preoccupante», e che le maggiori preoccupazioni nascono «dalla crescente aggressività» dei gruppi antagonisti e no global, centri sociali e anarchici insurrezionalisti, «che hanno ormai egemonizzato la protesta anti Tav e cercano di usarla a fini eversivi sulla scena mondiale». Temendo il peggio, le forze dell’ordine «stanno facendo tutto il possibile» perché i contestatori «non producano altri gravi danni all’immagine del Paese». Ed è pur vero che la sinistra appare spaccata: c’è polemica aspra tra il diessino Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, e il neo-rifondarolo Pietro Folena; mentre Massimo D’Alema prende le distanze da Bertinotti e Pecoraro Scanio, esaltando l’«opportuno appello di Ciampi». Però il ministro Giulio Tremonti commenta sconsolato che «questa sinistra» ci sta procurando «una figura barbina davanti a tutto il mondo».
La «caccia al tedoforo», come la chiama Tremonti, è proseguita anche ieri, mentre si moltiplicavano gli appelli per le manifestazioni di protesta. Così Pisanu è venuto a Montecitorio per intervenire personalmente nel question time pomeridiano. Ha dunque lanciato l’allarme, aggiungendo che oggi il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica «compirà l'ultima verifica del dispositivo olimpico». Poi ha spiegato: «Il sistema di sicurezza messo a punto per le Olimpiadi di Torino si ispira al modello già sperimentato con successo nella gestione di grandi eventi internazionali. Per mia scelta questo modello affida la responsabilità principale ai vertici nazionali della sicurezza che operano in stretto contatto con il prefetto di Torino, responsabile del coordinamento delle forze sul campo, sia in città, sia nei siti olimpici». Ciò, ha proseguito, «per evitare incertezze nella catena di comando e garantire l'integrazione di tutte le componenti tecniche e umane del complesso dispositivo che impiega oltre ai reparti già presenti in Piemonte, altri 9.000 operatori delle forze dell'ordine. Ognuno di essi sa esattamente qual è il suo compito e con chi deve fare squadra».
Impreparati? Affatto, «già dall'anno scorso è al lavoro presso il ministero dell'Interno il Centro nazionale di informazione delle Olimpiadi che raccoglie ed esamina tutte le notizie acquisite dall'Italia e dall'estero in collaborazione con il Comitato di analisi strategica antiterrorismo». Perché le preoccupazioni non vengono soltanto da no global e anarchici. Pisanu ricorda che lunedì scorso ha convocato al Viminale i vertici delle forze dell'ordine e del Sisde «per una valutazione delle possibili ripercussioni interne dell'ondata di protesta che scuote il mondo islamico».
I danni all’immagine dell’Italia però, vengono ora dai gruppi «che hanno egemonizzato la protesta anti Tav», ammonisce Pisanu. «Facciamo una pace olimpica», propone il ministro Rocco Buttiglione. In verità non è soltanto D’Alema ad esortare al «rispetto delle Olimpiadi», anche Emma Bonino invita «a smetterla con gli atteggiamenti sfascisti», di fronte a un «evento planetario». Pure Antonio Di Pietro si appella al «senso di responsabilità dei movimenti dei disobbedienti e dei partiti a cui fanno riferimento». Ma son proprio questi «partiti di riferimento», che nicchiano.
Pecoraro Scanio proclama «ferma e netta la condanna» della violenza, ma ribadisce che «non si può vietare alle comunità di protestare in maniera pacifica». E Bertinotti, che intende candidare Caruso, pur dicendosi «in disaccordo» col suo invito al boicottaggio olimpico, ribadisce: «Non possiamo non ascoltare le ragioni di chi protesta. Il mondo sportivo è utilizzato dai manifestanti perché è l’unico modo di farsi ascoltare». Folena poi, spara sul sindaco Chiamparino definendo «rozza e pesante» la sua chiamata in causa di Bertinotti nelle proteste e accusandolo di «atteggiamento strumentale», perché punterebbe ad «escludere Rifondazione da un accordo in vista delle prossime comunali».
Sinistra divisa e Ulivo spaccato come sempre, ma stavolta ci van di mezzo le Olimpiadi.

Ecco dunque, lo sfogo di Tremonti: «Gli uomini di questa sinistra sono talmente poco istituzionali e universali, loro che continuano a dar lezioni di cultura istituzionale e di universalismo, che ci fanno fare una figura barbina davanti a tutto il mondo con questa caccia al tedoforo. Per arrivare ad attaccare un simbolo universale e pacifico come le Olimpiadi, ce ne vuole: ma se continuano così, voglio vedere!».

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