I nomi più scelti? Sono Giuseppe e Maria

In tutto sono 17mila, spesso sono figli delle mode. Ma al battesimo gli italiani scelgono la tradizione, a dispetto di nomi esotici e strani

I nomi più scelti? 
Sono Giuseppe e Maria

L’unico giorno che va bene per tutti è quello di Ognissanti. Anche se il tuo nome non è nel calendario il primo novembre libera tutti. Una specie di risarcimento per chi non ha nome. O per chi si chiama Pesche come la figlia di Bob Geldof o Chanel come quella di Totti. Il nome è quello che sei, la sintesi della tua identità, te lo porti dietro tutta la vita che ti piaccia o no, sei tu fin dalla nascita, come ti chiami? è la prima cosa che ti chiedono per sapere chi sei. Ogni nome nasconde una storia, forse persino un destino, chiamarsi Pacifico o Gaia prenota uno stato d’animo, anticipa una caratteristica della personalità e fa niente se poi non è così.

I nomi arrivano da lontano, si portano dietro un significato, vengono scelti per onorare un santo o un parente molto amato, per augurarti una vita felice o solo perché suonano bene. E fa niente se non si sa nemmeno cosa vogliano dire. Ci sono decine di libri sui nomi, classifiche, statistiche, siti. Per capire se il nome è anche un mistero o un suono e basta. Adesso poi la società multietnica ha mescolato le carte, ci sono nomi di tutte le etnie, a volte persino difficili da pronunciare, stranieri, lontani. Ma a dispetto della globalizzazione per esempio i nomi ancora più diffusi in Italia sono Giuseppe e Maria. Il papà e la mamma di Gesù. I più semplici, i più antichi, forse anche i più italiani. Poi Giovanni, Antonio, Anna, Giuseppina, Rosa che sembra un nome scomparso invece è il quinto più popolare in Italia.
I linguisti spiegano che in alcune tribù australiane o in Africa centrale sono convinti che far conoscere al prossimo il proprio nome sia pericoloso e pure vagamente iettatorio così ne tengono uno segreto, che conoscono solo loro, un nome pubblico e uno privato. Nelle Indie orientali nessuno osa pronunciare il proprio nome altrimenti è convinto che la morte se lo porti via, per questo se l’ufficiale dell’anagrafe te lo chiede c’è un amico che risponde per te. E per gli aborigeni il nome è addirittura il soffio vitale e pronunciarlo sarebbe un’offesa. Se vai in Australia non puoi chiamare nessuno di loro per nome senza pigliarti le tue.

Il nome è anche figlio delle mode, dello spirito del tempo. I trapianti di cuore moltiplicarono i Christian, come Barnard, in tutto il mondo, Diego Armando Maradona ribattezzò un centinaio di bambini napoletani quasi come San Gennaro.

Ce ne sono 17mila in Italia di nomi, secondo l’ultimo studio del linguista Emidio de Felici, e due terzi sono maschili: per legge non puoi averne più di tre e nessuno deve essere quello di tuo padre o di tua madre. Soprattutto se sei un uomo...

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