«I nostri abitini indistruttibili: resistono 30 anni»

Fedelissimo a Pitti Bimbo («Non ci siamo mai persi un'edizione»), Roberto Stronati torna a Firenze con l'azienda di famiglia, Simonetta, di cui è ad e presidente, e che dirige insieme alle due sorelle Simonetta e Valeria, e alla terza generazione. Nata mezzo secolo fa come sartoria sulle colline di Jesi, oggi l'azienda è una realtà internazionale che produce oltre 800mila capi d'abbigliamento e 50mila paia di scarpe per bambine dai 4 ai 16 anni (ma anche per bebè e maschietti dai 2 ai 7) e li distribuisce nelle migliori boutique e department store del mondo. Da Harrods di Londra fino agli Avenues in Kwait (e presto anche in Vietnam e Azerbaijan), i vestiti di Simonetta piacciono per quello stile chic e mai esagerato, ma anche perché sono praticamente indistruttibili.
Qual è vostra filosofia?
«Offrire un prodotto di altissima qualità, abiti da portare in più occasioni e nei quali i bambini si sentano davvero bene. Il nostro lavoro è fatto di una ricerca spasmodica sui tessuti, i colori, ma anche sugli accessori, che oggi contano moltissimo».
Anche per il bambino?
«Cerchietti, borse, guanti e cappelli sono importantissimi per le bambine e anche per noi: il volume d'affari degli accessori è pari al 25% del fatturato dell'azienda (che produce e distribuisce in licenza anche le linee da bambino di Cavalli e Fendi e ha chiuso il 2012 con 43 milioni di fatturato) scarpe escluse».
Come è cambiato lo stile dei bimbi negli ultimi 50 anni?
«Oggi la moda è più pratica: le abitudini sono cambiate, specie per il neonato. All'inizio curavamo solo abiti da cerimonia, ora facciamo tante linee diverse, ma lo è stile è rimasto quello della sartoria fondata da mia madre, che oggi ha 96 anni».
Le caratteristiche di un buon capo da bambino?
«Oltre al taglio conta molto il tessuto, perché la manutenzione è fondamentale: i capi vanno lavati e stropicciati, devono essere indistruttibili. Sono felice quando i miei clienti mi dicono che hanno ancora nell'armadio capi di 30 anni fa in perfetto stato. Poi ci sono colore e comfort».
E non deve scimmiottare la moda degli adulti…
«Infatti, bisogna stare attenti a non vestire delle donne in miniatura. E non bisogna esagerare: va bene il vestitino bon ton, ma ci deve essere anche l'abitino per andare a scuola».


Che novità portate al Pitti?
«Presenteremo una capsule dedicata alle teenager, e una dedicata alle feste. Avremo molta maglieria jacquard e a intarsio, molte stampe, e molto colore, dal rosso al verdone. Capo di stagione, la felpa, mixata però con il satin. E poi una vetrina da Luisa Via Roma, dedicata ai videogames».

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