A Mosca, a Mosca! Le tre sorelle di Cechov non c'entrano. Roberto Rosetti ha deciso, lascia le ciliegie di Pecetto e parte per la Russia. Non è una ritirata ma un trionfo, la RFU che sarebbe poi la federcalcio russa, nel nome di Sergey Fursenko, lo ha nominato, per anni quattro, capo supremo degli arbitri della nazione. Il momento è solenne, nel 2018 la Russia ospiterà la coppa del mondo, è opportuno portare a scuola arbitri e assistenti, insegnare loro l'arte del fischietto e della bandierina. Fursenko è un uomo di affari, produttore televisivo, ex presidente dello Zenit e numero uno della federcalcio dal 2010. Suo fratello, Andrei, è ministro dell'educazione e delle scienze ed ex membro del Pcus. Hanno messo sul piatto un contratto importante e Rosetti che già aveva rifiutato, con una lettera di cortesia e di ringraziamento, un primo invito nello scorso gennaio, alla fine ha capito che la supervisione degli arbitri nostrani di serie B nulla ha a che fare con la vita e il lavoro tenendo come sfondo il Cremlino e in banca l'importante salario degli imprenditori del gas e affini.
In breve: cornuti e venduti in Italia, benemeriti appena superano Mendrisio e Mentone, alla fuga dei cervelli si aggiunge quella dei fischietti. L'arbitro di football assume, imprevedibilmente, un ruolo illustre, manageriale, direi imprenditoriale. Si prende cura dell'aspetto, siamo passati dal ventre molle al torace tartarugato, dal baffetto lobelliano alla brillantina, tipo gel, di molti, dai visi pallidi alle facce di bronzo e abbronzate, dal silenzio omertoso della casta ai pensionati opinionisti in tivvù e alla radio e sui giornali. Insomma arbitri si nasce, si diventa e si cresce, in Italia e all'estero. Chi l'avrebbe mai detto? Beh, ai tempi di Concetto Lo Bello di cui sopra, il Maestro vero del settore, la pubblicità e il ruolo dei "direttori di gara" era autorevole e autoritario, oggi l'arbitro ha addirittura un agente personale un procuratore che ne cura immagine, contratti, investimenti. Già l'esempio di Collina, l'unico arbitro al mondo con ombrello al seguito (controllare un favoloso e piovoso Perugia-Juventus), la cui esperienza e capacità, comunque, è stata legittimata nei fatti e negli anni, ha trovato gratificazione nell'importante incarico Uefa ma l'assunzione di Rosetti va a confermare la buona cifra, almeno a livello mediatico, dell'organizzazione calcistica italiana che, tuttavia, sa mortificarsi e farsi riconoscere per altri fatti e misfatti, in campo e fuori.
Il calcio russo sta attraversando una fase critica: i tifosi tradiscono la nazionale (le trasferte in Caucaso sono un pericolo), l'hooliganismo si è esteso coinvolgendo la squadra di San Pietroburgo, lo Zenit, allenato da Spalletti, e le moscovite Cska e Spartak, il razzismo si è manifestato due volte nei confronti di Roberto Carlos, il brasiliano difensore dell'Anzhi Makhachkala che ha ricevuto l'omaggio gentile di una buccia di banana lanciatagli da un tifoso del Krylia Sovetov Samara. Rosetti si calerà in una realtà totalmente diversa da quella finora frequentata quotidianamente, prenderà il posto di Vladimir Chub, governatore della regione di Rostov e capo degli arbitri.
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