Roma - Il giorno dopo la rivendicazione da parte di Prodi dell'autonomia della linea del governo
e della maggioranza da pressioni esterne, anche su temi che riguardano i diritti delle
persone, i Pacs continuano ad essere al centro della scena politica. Il provvedimento
Bindi-Pollastrini dovrebbe essere discusso tra una decina di giorni, dopo il 16, quando Prodi tornerà dalla sua visita in India.
Il dibattito intanto prosegue. E i toni si fanno più aspri.
I Teodem della Margherita tornano all'attacco e ribadiscono il
loro "no a parafamiglie" e a un "catalogo di diritti simili a quelli familiari". Paola Binetti dice
senza mezzi termini: "Vogliamo più famiglia e meno pacs". Enzo Carra avverte: "Se il testo
non sarà equilibrato, molti dei nostri parlamentari si sentirebbero in diritto di votare no". La
partita è aperta e nella Margherita, in particolare, ci sono due anime, tanto che oggi 60
parlamentari dei Dl hanno presentato un documento per dire sì alla legge Bindi-Pollastrini. Il
presidente del Senato, Franco Marini, però, le liquida come "caricaturali". Sulle unioni civili,
osserva, "c'è un dibattito molto acceso. Per quanto riguarda la posizione della Margherita,
può darsi che io non sia molto informato perchè da quando sto quì al Senato non è che mi
occupi molto del mio partito, però è caricaturale questa rappresentazione che si dà sulla
Margherita ancora organizzata sui gruppi che si fusero cinque anni fa. Non è cosi".
Intanto, anche nello schieramento di centrodestra i Teocon si preparano alla battaglia
contro qualsiasi provvedimento.
Isabella Bertolini (Fi), presidente dell'associazione Valori e libertà, spiega: "La nostra ferma
contrarietà al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto trova fondamento nella
consapevolezza che la tutela del libero esercizio dei diritti individuali delle persone
componenti le unioni di fatto trova già ampio riconoscimento nell'ordinamento giuridico
italiano. E ribadiamo che, ove questo riconoscimento fosse carente, si può trovare una
soluzione normativa, intervenendo sul nostro codice civile".
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