La botta di stakanovismo di mezza estate che ha preso il Consiglio di Zona 3 non è un caso isolato. Ma è, come usa dire, significativo. E rilancia l'antico quesito: a cosa servono, concretamente, i CdZ? Fermate una decina di cittadini, magari scelti fra quelli apparentemente più informati, e chiedeteglielo. Al netto delle volgarità, le risposte oscilleranno fra «a niente» e «non lo so». È questione di poteri conferiti dal Comune? Forse. Di capacità di spesa? Può darsi. D'altra parte, visto che si parla della Zona 3, un esempio clamoroso della sostanziale impotenza di questi organismi è in via Benedetto Marcello dove da quasi 3 anni i cittadini aspettano vanamente la realizzazione del giardino e campo giochi sopra i box. Le risposte che dà la Zona 3 sono più vaghe e burocratiche di quelle che dà Palazzo Marino. Troppo tempo quelle assemblee dedicano a dibattiti di politica generale, dal valore della Resistenza alla difesa della pace, e troppo poco ai concreti problemi delle rispettive zone. Se si pensa di abolire le province, perché non cancellare gli ancora più inutili (e in proporzione più costosi) CdZ? L'alternativa c'è: dare loro dei poteri reali delegando funzioni concrete: dalla piccola manutenzione al verde e all'arredo di carattere locale, alla disciplina di alcune attività commerciali. Lasciando a loro, per finanziare queste funzioni, parte di quanto il Comune ricava da imposte e multe incassate in zona. E poi, naturalmente, controllando come questi soldi vengano spesi.
D'altra parte se nascerà la città metropolitana, alle nove zone di Milano saranno conferiti i poteri e l'autonomia dei comuni dell'hinterland, come in parte già accade per i municipi di Roma. Insomma, incassino pure il gettone di presenza, ma per occuparsi di cose concrete.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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