I pastori romeni: «Siamo pentiti». Anzi no

Uno si è pentito, l’altro no. I due romeni che sabato sera hanno aggredito una coppia di olandesi accampatisi in un casolare a Ponte Galeria, violentando a turno lei e bastonando violentemente entrambi prima di fuggire con 1500 rubati dalla borsa, hanno raccontato cose diverse ieri durante gli interrogatori di garanzia. Andrej Vasile, 20 anni, ha ammesso le sue responsabilità raccontando di una pomeriggio e una sera trascorsi a bere e poi ricostruendo per filo e per segno la dinamica dell’aggressione e chiamando in causa il compare Paul Petre, 32 anni. «Io tenevo bloccato il marito - avrebbe dichiarato Vasile - mentre Paul violentava la signora, successivamente è toccato a me». Ma Petre avrebbe negato sia di aver partecipato al raid, sia la violenza sessuale ai danni della donna. Secondo il meno giovane dei due romeni, questi avrebbe avuto l’intenzione di stuprare la donna olandese, ma si sarebbe fermato poiché la signora olandese avrebbe riferito di essere un uomo. Una versione, quest’ultima ritenuta contraddittoria e non credibile dagli inquirenti.
Divisi sulla ricostruzione dei fatti, uniti dalla decisione del gip Luciano Imperiali, che non ha avuto molti dubbi nel convalidare il fermo dei due stranieri, accusati di violenza sessuale, sequestro di persona, rapina e lesioni. Gianluca Felici, l’avvocato difensore dei due romeni, che in un primo momento ieri aveva riferito di un pentimento da parte di entrambi i pastori, si è riservato di valutare nei prossimi giorni l’eventualità di ricorrere al tribunale del riesame per sollecitare la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare emessa ieri nei confronti dei suoi assistiti. Alla base della misura restrittiva disposta dal gip - come spiegato dallo stesso Filici - ci sono i gravi indizi di colpevolezza. Non è escluso che la procura, prossimamente, possa chiedere il giudizio immediato per i due indagati.
E intanto restano stazionarie le condizioni di salute dei due coniugi olandesi, ricoverati all’ospedale San Camillo. I due dovrebbero essere dimessi lunedì e ieri hanno espresso il desiderio di riavere indietro le loro biciclette che al momento, secondo fonti ospedaliere, sono state sequestrate dai carabinieri. La coppia, alla quale in ospedale continuano ad arrivare biglietti di solidarietà e fiori da parte dei romani, ieri pomeriggio ha ricevuto la visita in forma privata del sindaco di Roma Gianni Alemanno. «Sono due persone con una grande serenità e forza d’animo», ha detto il primo cittadino dopo la visita, durata circa un quarto d’ora e compiuta assieme alla cugina della donna, che vive a Napoli. Aiutato da un interprete, Alemanno ha anche detto ai coniugi che il Comune si farà carico di tutte le spese per le cure mediche, invitandoli a tornare a Roma in futuro. «Roma non è quella che loro hanno conosciuto», ha aggiunto Alemanno.

Alla parente gli olandesi hanno raccontato di essersi fidati dei pastori perché nel corso di un prescedente viaggio in bici sul cammino di Santiago più di una volta avevano ricevuto ospitalità da pastori spagnoli. I due olandesi hanno anche in qualche modo «scagionato» Roma: «Quello che è successo poteva succedere ovunque, non è un problema di Roma né dell’Europa», hanno detto.

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