I pazienti e le neo mamme considerati solo numeri

I pazienti e le neo mamme considerati solo numeri

(...) Questioni di numeri. Cosa ancora più singolare e, per certi versi, anche squalificante in questo modo di fare politica, è che a pagarne le conseguenze continua ad essere la donna, sulla cui «sorte» sanitaria l’Assessorato alla Sanità di Claudio Montaldo ha operato un «taglia e cuci» da fare invidia ai migliori stilisti mondiali. Prendiamo, ad esempio, Albenga. Una città del ponente ligure che vanta, per altro, una popolazione di quasi 25mila abitanti. Un centro nevralgico per l’entroterra savonese e imperiese con parecchie vallate. La sede di un ospedale pubblico, da circa un anno inaugurato e diventato simbolo e orgoglio della passata amministrazione di centro-destra. Ecco, oggi, per la Regione Liguria, ad Albenga non vale la pena ricostituire un punto-nascite, già presente in passato.
«La scelta della Regione Liguria su Albenga è razionale, perché dettata da una valutazione di tipo scientifico», ha chiosato, ieri durante le audizioni della Commissione Salute e sicurezza sociale il consigliere dell’Idv, Stefano Quaini, che, prima ancora di andare a braccetto con Antonio Di Pietro, è un medico-anestesista conosciuto e operativo all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. «Qui non si vuole fare polemica sterile - ha replicato il Sindaco di Albenga Rosy Guarnieri, prima di uscire dall’aula delle audizioni a via Fieschi - Si vuole, però, analizzare quanto è stato detto dal consigliere Quaini, in merito ai tagli sulla sanità ligure. Quando, ad una richiesta di intervento politico, in un contesto politico, si risponde usando la scienza, vuol dire che, politicamente, non si ha più nulla da dire o addirittura si è stati colti in fallo». Sarebbe interessante valutare, sulla questione della maternità in Liguria, quante strutture ospedaliere, dove nascono bambini, tengano conto dei requisiti oggigiorno dettati dall’amministrazione Burlando. Sarebbe interessante anche un parere scientifico autorevole e non politicizzato con alcuni dati parziali della medicina, per sgombrare il campo da ogni dubbio, in merito ai rischi legati al parto tra diverse strutture ospedaliere.
Peraltro, stando all’Agenzia Regionale Sanitaria, ad oggi, nell’elenco dei punti nascita in Liguria abbiamo le strutture di Sanremo, Imperia, Pietra ligure, Savona, Voltri, Sampierdarena, Genova città (San Martino, Gaslini, Evangelico, Galliera), Chiavari, Spezia e Sarzana. «Nella nostra Regione, negli ultimi tempi, la maternità è diventata un fanalino di coda e non è tenuta nella doverosa considerazione», ha spiegato il capogruppo del Pdl Matteo Rosso che ha aggiunto: «Quando si deve aprire o chiudere un reparto, in Liguria il primo a farne le spese è proprio la maternità». Nel distretto sociosanitario che da Andora arriva fino a Ceriale, per esempio, un centro per la maternità sarebbe indispensabile, non solo e non tanto per il numero di nati sul territorio ma prima di tutto per le esigenze della popolazione. Un centro nascite, soprattutto collegato ad una rianimazione che lavori 365 giorni all’anno e non solo 5 giorni alla settimana, come da diverso tempo accade all’ospedale di Albenga. In campagna elettorale sembrava che le istanze dei cittadini, su questi argomenti della sanità, fossero già state accolte dal centro-sinistra e inserite nei primi appuntamenti dell’agenda di questa giunta. Tanto che anche nel centrosinistra ci sono stati molti scontenti, molti consiglieri che hanno attaccato il piano di riordino della Sanità.

Ma ieri, quando il Pdl ha chiesto, anche alla luce di queste obiezioni, di fermare un attimo tutto, di attendere un piano più organizzato da parte dell’assessore, anche «i più ribelli a questa riorganizzazione sanitaria della maggioranza supinamente si sono adeguati e hanno votato contro la sospensiva proposta, dimostrando in questo modo la loro unanime e totale condivisione di ogni singolo atto contenuto in questo provvedimento», chiosa Matteo Rosso.
* assessore servizi sociali Albenga

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