I pesci in faccia del viceministro

Abbiamo un viceministro con la bava alla bocca. Oddio, il sospetto c'era già venuto, a vedere come s'accaniva sui nostri risparmi. Ma adesso lo conferma proprio lui, Vincenzo Visco, che finalmente fa uno scatto in avanti nella sua sadica carriera: prima era Dracula. Ora è Dracula con la bava alla bocca. Un film horror, praticamente. Roba da chiudersi in casa per la paura.
Dice infatti Visco, davanti al magistrato, che quando telefonava al generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, aveva la «bava alla bocca». Proprio così. Dice anche che l'ha preso «a pesci in faccia». Testualmente. Secondo il pm si è trattato di un comportamento illegittimo ma non illecito perché non doloso. Sarà. C'è sempre da imparare dalla vita: ora sappiamo che prendere a pesci in faccia un comandante militare solo perché non piega la schiena alle pressioni politiche non è doloso. Bene: ma che cos'è allora? Una cortesia? Una romanticheria? Una corrispondenza d'amorosi sensi? E per avere un comportamento doloso, un ministro, che deve fare a quel comandante? Dargli una legnata in testa? Sparargli alle gambe?
Di questo passo, chissà, forse un giorno scopriremo che non è doloso nemmeno crocifiggere il generale della Gdf. Benissimo. Nel frattempo ci accontentiamo di avere il nuovo dicastero all'Economia dei Pesci in Faccia. Il primo governo della Repubblica dove un viceministro si vanta di trattare alti rappresentanti delle istituzioni alla moda dei pescivendoli e di considerare le divise di un'arma degna di essere ricoperta di lische e contorno di squame. Magari anche un po' puzzolenti. E con la bava alla bocca, per di più.
Quasi viene da rimpiangere quando era solo Dracula e dalla bocca, al massimo, gli scendeva un rivolo di sangue dei contribuenti. Quasi meglio il sangue della bava. E dei pesci in faccia. Anche perché, scusate, se un potente viceministro tratta così un cittadino Speciale, come tratterà mai cittadini normali? Domanda retorica. Voi lo sapete, se non altro perché lo vedete ogni giorno: bava alla bocca con i comandanti della Guardia di Finanza, bava alla bocca con i contribuenti, bava alla bocca con i risparmiatori. Più che un rappresentante del governo sembra di avere a che fare con un impianto di salivazione impazzito. La furia rabbiosa forse non è la via migliore per governare un Paese, ma che ci volete fare? Rassegnatevi: per trovare un po' di lucidità in una testa di sinistra, ormai, bisogna rivolgersi a Sandro Curzi. Oppure direttamente a Kojak.
Viene da chiedersi come farà Prodi, alla prossima intervista tv, a parlare di serenità, serietà, rispetto delle istituzioni e tutela dei cittadini. In effetti: come si fanno a rispettare le istituzioni trattandole a pesci in faccia? Come si fanno a tutelare i cittadini con la bava alla bocca? Diciamocelo: il viceministro Visco nell'occasione ha espresso una tale carica prevaricatrice che in confronto Gengis Khan era un orsetto di peluche. Ha usato toni da scaricatore di porto, ha fatto pressioni indebite. E soprattutto, ha violato la legge.

Tutto ciò non è sufficiente per un processo? Perfetto, basta saperlo: la prossima volta che Visco viene a chiederci di pagare un'imposta lo prenderemo a pesci in faccia. Magari è illegittimo, però ora sappiamo che non è illecito. E siccome siamo più eleganti di lui glielo diremo senza nemmeno bava alla bocca.
Mario Giordano

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