Roma - «Un piano irricevibile». I sindacati e Silvio Berlusconi usano gli stessi aggettivi per commentare il nuovo programma dell’Air France per acquisire l’Alitalia. «A queste condizioni - aggiunge il leader del Pdl - quando saremo al governo non vorremo concludere alcuna trattativa» con i francesi. Anzi. «Lanceremo un appello a tutti gli imprenditori italiani, e voglio vedere quale sarà l’imprenditore che si negherà di dare un apporto in nome dell’orgoglio e dell’interesse nazionale».
Ne consegue che o l’Air France - a partire da lunedì - rivoluziona per la terza volta il piano presentato, o può dire addio all’Alitalia. E per un motivo molto semplice. Lo stesso Spinetta, presidente di Air France, ha sempre detto che il via libera dell’operazione è subordinato all’accettazione del negoziato da parte del nuovo governo; vista anche la necessità di attendere il semaforo verde dell’Antitrust europeo. Ma secondo Berlusconi le «condizioni poste da Air France sono irricevibili ed offensive: l’Alitalia sparisce e viene assorbita da loro. E non lo possiamo assolutamente accettare». Quindi, Parigi non può più pensare di acquisire la compagnia di bandiera. Salvo modifiche sostanziali al piano. Un’ipotesi, quest’ultima, sulla quale sta lavorando una diplomazia economica che segue parallelamente il negoziato ufficiale.
Per Romano Prodi, invece, la trattativa con Air France deve andare avanti. Dello stesso parere anche Paolo Ferrero. «La proposta di Air France è migliorata. Bisogna migliorarla ulteriormente», sottolinea il ministro per la Solidarietà sociale.
I sindacati non sembrano essere dello stesso parere del ministro della Sinistra Arcobaleno. Anzi. L’aggiornamento del piano originario è stato un duro colpo per le nove sigle sindacali. Gli esuberi sono stati tutti confermati (2100); il servizio cargo scompare nel 2010; la flotta viene ridotta da 174 a 137 aerei. Per i piloti dell’Anpac è meglio che a questo punto l’Alitalia fallisca, hanno disertato gli incontri di ieri, ma lunedì saranno presenti alla riunione con Spinetta.
Nonostante le forti critiche al piano («irricevibile ed inaccettabile», commenta una nota comune del fronte sindacale), le nove sigle continuano a voler andare avanti con il negoziato «per evitare il fallimento» dell’azienda.
Le sorti dell’Alitalia, poi, sembrano interessare gli italiani. Secondo un sondaggio effettuato dall’Istituto di ricerche coordinato da Nicola Piepoli, il 72% è a favore di una cordata nazionale. Il 24% sarebbe addirittura pronto a partecipare ad un prestito nazionale pur di salvare la compagnia di bandiera. Ne consegue che - sempre secondo questo sondaggio - la scelta di Berlusconi di farsi promotore di una cordata italiana farebbe guadagnare al Popolo della libertà due punti percentuali. Vale a dire, 800mila voti in più.
Bruno Ermolli, il superconsulente del cavaliere per le questioni finanziarie, conferma in un’intervista a «Studio Aperto» di aver ricevuto mandato dal leader del Pdl di «sondare il mondo imprenditoriale italiano per quella che potrebbe essere una disponibilità positiva per il Paese».
L’eventuale cordata, però, non potrà manifestarsi «prima che si chiuda negativamente, come io immagino e spero, la trattativa con Air France», precisa Berlusconi. «A quel punto si vedrà che saranno moltissimi gli imprenditori italiani che risponderanno al mio appello».
Nella stessa intervista a Class, il Cavaliere ritiene «sbagliata, ma da rispettare» la norma europea che definisce aiuti pubblici gli interventi pubblici a sostegno delle compagnie aeree «com’è accaduto per le linee aeree Usa dopo l’11 settembre».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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