La Liguria comincia a bruciare. Ieri quattro nuovi focolai hanno messo in allarme gli uomini della guardia forestale che già devono fare i conti con le scarse risorse a disposizione. Il governo non passa i soldi per pagare il carburante per gli interventi e uno stanziamento della Regione Liguria ha permesso agli uomini del comandante Antonino Mommo di arrivare almeno a fine estate con il serbatoio pieno. Un intervento una tantum che, statistiche alla mano, dovrebbe garantire loperatività di autobotti e jeep fino a tutto agosto.
Ma i purtroppo lopera dei piromani non sempre rispetta le medie matematiche e cresce la preoccupazione per le conseguenze che nuovi incendi potrebbero provocare anche alla vita di tutti i giorni delle cittadine liguri. «Finora ho dovuto decretare lo stato di grave pericolosità nelle province di Imperia e La Spezia che sono le più colpite - spiega il comandante Mommo -. Mi auguro solo di non dover prendere un provvedimento simile per Genova. La cosa creerebbe non poche difficoltà per tutte quelle feste patronali e per lorganizzazioni di spettacoli pirotecnici che dovrebbero essere annullate. E anche per gli agricoltori ci sarebbero conseguenze negative». Le limitazioni previste dal decreto ricadrebbero dunque più su quanti non hanno responsabilità dirette nel dilagare degli incendi.
E ieri intanto i roghi hanno interessato un po tutto il territorio ligure. I quattro focolai hanno tenuto impegnati guardie forestali, squadre dei volontari, vigili del fuoco e mezzi aerei della Regione Liguria e della Protezione Civile. Tutti i roghi sono stati messi sotto controllo nel pomeriggio. Un ettaro di macchia mediterranea è andato distrutto in località Casanova, sulle alture di Varazze, nel savonese. Il secondo focolaio è divampato in provincia di Genova, in val Fontanabuona, a Moconesi.
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