I Pm chiedono il rito immediato

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Il sostituto procuratore Eugenio Fusco risponde con un sibillino «vedremo», ma la strategia della procura di Milano nell’inchiesta Antonveneta sembra ormai abbastanza nitida. Si punta al «rito immediato» per stringere i tempi, saltando l’udienza preliminare e approdare subito a processo.
Così, come prevede il Codice, i magistrati ora cercano di raccogliere entro tre mesi dall’iscrizione nel registro degli indagati la «prova evidente» dei reati contestati. Indagini, interrogatori e consulenze. E forse è questa la risposta da darsi di fronte a tanto fermento investigativo. Infine, i Pm chiederanno al Gip di andare subito a giudizio.
Visto che l’iscrizione di Coppola, Ricucci, Fiorani e dei 18 bresciani accusati di aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza della Consob risale al 13 maggio, la richiesta di rito immediato, se mai si riuscisse a formalizzarla, cadrà nella seconda metà dell’estate. Si tratta di un obiettivo sicuramente ambizioso con inevitabili riflessi sui tormentati destini dell’istituto padovano. Ora bisogna vedere se Fusco riuscirà a raggiungere questo traguardo. Già nello scorso inverno, insieme ai colleghi Greco e Nocerino e sempre per aggiotaggio, aveva chiesto il rito immediato per il primo troncone di Parmalat. Ma il Gip aveva respinto.

La situazione è oggettivamente diversa, visto che gli inquirenti focalizzano le indagini su un seppur articolato unico episodio di presunto aggiotaggio che sarebbe avvenuto in pochi mesi e con l’interesse di pochi soggetti già identificati. Per Parmalat, invece, la configurazione del reato è diversa (visto che riguardava il collocamento di bond) e chiama numerosi manager e istituti bancari.

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