«Con una condanna a tre anni di reclusione si può chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali». È ironico Mario Brusa, il legale di Roberto Formigoni, pochi secondi dopo che i pm hanno chiesto per il presidente della Regione la condanna a tre anni di reclusione per corruzione, abuso d'ufficio e falso in relazione alla vicenda della discarica di Cerro Maggiore. Brusa comunque spiega di aspettarsi «una nuova assoluzione, la quinta». E aggiunge: «Sono sereno e lo è anche il presidente Formigoni, male che vada chiederemo l'affidamento in prova».
Lo conferma il presidente: «Premesso che non ho violato la legge e questo verrà dimostrato - spiega Formigoni - ciò che ho fatto assieme alla giunta regionale è un atto di buon governo, che ha permesso di chiudere e mettere in sicurezza la più grande discarica d'Europa». E precisa: «Quanto fatto ha permesso l'apertura di un'attività economica che dà lavoro ad oltre mille persone e ha avviato l'iter per la definitiva chiusura e la messa in sicurezza di una cava di ghiaia». Ricordando, infine, che la stessa accusa riconosceva come «atto dovuto» quanto da lui compiuto.
Il difensore del presidente della Regione parlerà in aula il prossimo 4 luglio. La sentenza sarà pronunciata dai giudici della decima sezione penale dopo l'estate. Il pubblico ministero Giulia Perrotti, nelle precedenti udienze, aveva chiesto la condanna di altri imputati, accusati di riciclaggio, a pene comprese tra i tre anni e sei mesi e i cinque anni.
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