I Police: «Torniamo insieme, non ci siamo mai odiati»

Sting: «Suoneremo brani che non abbiamo mai eseguito dal vivo». In autunno arriveranno in Italia

I Police: «Torniamo insieme, non ci siamo mai odiati»

da Milano

Ma che bella atmosfera c’era ieri al Whiskey à go go, storico localino sul Sunset boulevard a Los Angeles. Sting in maglietta e basso sgualcito, Stewart Copeland dietro la batteria (con occhiali griffati), Andy Summers che è l’unico a dimostrare che, sì, sono trascorsi davvero trent’anni da quando i Police iniziarono a provare le loro canzoni in un alloggetto di Londra e nessuno se li filava perché allora andava di moda il punk. Insomma, ieri al Whisley c’era l’atmosfera giusta per celebrare quello che pochi minuti prima un boss della casa discografica ha definito senza mezzi termini «l’evento musicale dell’anno»: i Police ritornano insieme. «Se me l’avessi chiesto tre o quattro mesi fa - spiega Sting - ti avrei chiesto se eri matto. Ma poi un mattino mi sono svegliato e ho chiamato gli altri: facciamo un tour?». Naturalmente non è andata così. Dietro alla riunione ci sono agguerriti studi di marketing che confermano la tendenza: se decidono di fare una tournée, i gruppi storici si rivelano autentiche macchine da soldi. Avete visto i Rolling Stones, tra poco vedrete i Genesis, che hanno venduto tutti i biglietti dei loro prossimi concerti così velocemente da rimanere a bocca aperta. E, diciamola tutta, fa rimanere a bocca aperta anche Sting, lo stesso Sting che tra dieci giorni sarà a Milano a suonare musica del Cinquecento, mentre scherza sul palchetto del Whiskey in mezzo agli altri due, suona quattro brani (d’accordo c’era anche Roxanne, oltre a Can’t stand losing you e So lonely) e accenna persino agli accordi di My Sharona degli Knack. «Noi tre non ci siamo mai odiati - dice per spiegare la rottura e i successivi 23 anni di separazione - abbiamo soltanto avuto discussioni molto accese». Sarà. Ma forse ha ragione Stewart Copeland, meno acceso ma molto più saggio: «Allora eravamo tre ragazzi che volevano conquistare il mondo. Ora siamo solo tre uomini che si divertono a suonare». Lo faranno dalla fine di maggio: il primo concerto sarà il 28 a Vancouver e poi attraverseranno gli Stati Uniti prima di arrivare in Europa in autunno. In Italia, anche se le trattative sono ancora aperte, si esibiranno probabilmente al Forum di Milano. «Suoneremo canzoni che non abbiamo mai suonato dal vivo, sarà uno show spettacolare». E sarà senz’altro così. In questi vent’anni e rotti, ciascuno dei tre Police si è laureato in musica, scegliendo corsi e strade diverse. Di Sting sappiamo tutto, fin troppo. Di Andy Summers quanto basta.

E di Stewart Copeland, forse il miglior batterista in circolazione, possono parlarvi bene dovunque, anche nella pugliese Melpignano (che lui ieri ha citato), dove ogni estate segue la «festa della taranta», che è l’apoteosi del ritmo e della libertà. La stessa che, calcoli commerciali a parte, si respirava anche ieri in quel localetto colorato sul Sunset Boulevard.

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