I «poliziotti» di Visco scovano 3 miliardi

da Roma

La «polizia fiscale» del governo Prodi prosegue la sua opera di drenaggio. Nei primi sette mesi del 2007 il recupero complessivo di ruoli erariali e previdenziali (ossia il totale delle cartelle esattoriali pagate dai contribuenti, ndr) si è attestato a 3,139 miliardi di euro con un incremento del 56,4% rispetto ai 2,007 miliardi del 2006.
Ne ha dato notizia Equitalia, società pubblica che ha il compito di riscuotere coattivamente i tributi non versati. In particolare, si è registrato un aumento dell’87,8% dei ruoli erariali (da 988 milioni a 1,855 miliardi), mentre il recupero di contributi previdenziali è ammontato a 1,284 miliardi (+26,1%). La politica di monitoraggio di ogni fenomeno di elusione imposta dal viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco, non si è dispiegata solo in una rincorsa ai contribuenti non in regola, ma anche in un massiccio ricorso agli strumenti di deterrenza.
Le cifre non lasciano spazio alle interpretazioni. La misura più utilizzata nel periodo gennaio-luglio 2007 è stata il fermo amministrativo dei veicoli (le cosiddette «ganasce fiscali») con oltre 1,5 milioni di casi, il 70% dell’intero 2006. Molto usate anche altre forme di esproprio finalizzate al recupero crediti: al 31 luglio risultavano effettuati 188.551 iscrizioni ipotecarie, 40.501 pignoramenti mobiliari, 32.246 pignoramenti presso terzi e 5.024 pignoramenti immobiliari, senza trascurare le 45.430 istanze di insinuazione a procedure concorsuali.
Insomma, un fisco a tutto campo. Come ha sottolineato l’ad di Riscossione, Attilio Befera, «porteremo un miliardo in più rispetto alle previsioni della Finanziaria» (4 miliardi l’obiettivo fissato dalla manovra, ndr). Un miliardo da aggiungere al «tesoretto-bis» sul quale la maggioranza ha già cominciato a litigare. E altre strette sui controlli sono in arrivo con l’entrata in vigore di alcune misure previste da leggi e decreti del governo Prodi come l’accesso all’anagrafe dei conti correnti bancari dei contribuenti che si rifiutano di pagare i debiti fiscali e il rafforzamento delle sinergie tra Equitalia, Agenzia delle entrate e Gdf.
Senza contare l’occhio telematico del «grande fratello» fiscale: Sogei, la società pubblica di information technology, a breve unificherà i software delle concessionarie della riscossione e diventerà più semplice per lo Stato collegare redditi e patrimonio di ogni singolo cittadino e predisporre gli accertamenti del caso. Ammesso che il Garante della privacy non intervenga come ha fatto nel caso del sistema «Ragno» che avrebbe dovuto unificare le visure dei componenti di una famiglia.
Resta il fatto che 3,1 miliardi rappresentano poco più dell’1% di quei 250 miliardi di evasione fiscale a cui molte statistiche fanno riferimento. E di sicuro l’incremento della pressione fiscale (secondo le ultime stime il gettito 2007 dovrebbe toccare quota 720 miliardi) non facilita il lavoro di Equitalia se è vero quel che diceva l’economista reaganiano Laffer «maggiore è l’imposta, maggiore l’evasione».

Del secondo governo Prodi si ricorderanno, però, casi come quello descritto ieri dal Mattino di Napoli che racconta di un signore con 60mila euro di imponibile Irpef convocato dall’Agenzia delle entrate desiderosa di capire come avesse fatto in quattro anni ad acquistare un Suv, un terreno e un immobile da 1,7 milioni. E a Visco il malcapitato non può rispondere: «Sono fatti miei».

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