I POOH «La nostra canzone ha fatto vincere la Nazionale»

La band più longeva compie quarant’anni

Ferruccio Gattuso

Quarant'anni dopo, a ben vedere, sono cambiate solo le sfumature. Più luci sul palco, più tasti e volumi sul mixer che bilancia i suoni degli strumenti, più camion in cui stipare la grande macchina da spettacolo chiamata Pooh.
In fondo, si tratta di una cornice: abbagliante e lussuosa, ma da archiviare alla voce «forma». Il contenuto - la spina dorsale che ha reso questa band un fenomeno di longevità e perseveranza unico nel panorama musicale italiano - è tutto nello spirito: i quattro «baronetti» di casa nostra non litigano, o se lo fanno pensano bene di tenersi, per l'occasione, lontano dai riflettori; non accusano sintomi di stanchezza, e soprattutto non smettono di considerare la propria missione come una miscela inscindibile di composizione, registrazione in studio e esibizione dal vivo. Impossibile non passare dal responso del pubblico, quello vero: che sa di facce e voci puntate sul palco.
Così, quarant'anni dopo, i Pooh festeggiano a buon diritto attraversando l'Italia e, dopo l'esordio estivo lunedì scorso in Piazza del Duomo a Brescia, saltata la data di ieri al Brianteo di Monza causa un guasto all’impianto elettrico, venerdì sera si presentano in piazza Garibaldi a Gallarate per la loro Grande festa in tour 2006 (inizio spettacolo ore 21.30, ingresso libero).
Senza dimenticare che, oggi, Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Stefano D'Orazio e Red Canzian hanno un motivo in più per festeggiare: dopo aver scritto e cantato l'inno della Nazionale italiana di calcio dal titolo Cuore Azzurro, è difficile pensare che le sue note non esplodano nella cornice della piazza gallaratese, a pochi giorni da un trionfo sportivo che ha messo i brividi a un'intera nazione. «La nostra canzone ha scaldato lo stadio di Berlino, contribuendo alla vittoria sulla Francia», dicono ora i fan.
Un capitolo, questo, che non potrà mancare ad ogni tappa di un tour estivo destinato a terminare solo il 9 settembre in un concerto-evento all'Arena di Verona. «Abbiamo ricevuto questa investitura con molto orgoglio - spiega Red Canzian -. L'abbiamo ritenuta la ciliegina sulla torta della nostra carriera. E d'altronde la Nazionale di Lippi è come noi: vince perché ha gioco di squadra e nessuno pretende riflettori da solista».
È anche per questo che Red chiede espressamente che quel che ci dice figuri a nome di tutti i Pooh. Sul palco, insieme ai Pooh, un maxischermo (12x7 metri) su cui vengono proiettate immagini legate all'atmosfera dei vari brani, nonché foto e filmati della lunga carriera della band.
Una carriera che permette ai Pooh di pescare da un repertorio sterminato: sono 45 le canzoni selezionate per la Grande festa, da Rotolando respirando (che introduce il concerto) a Buona fortuna, da Uomini soli a Capita quando capita, senza poter escludere un finale «storico» con successi sempreverdi come Piccola Katy, Dammi solo un minuto, Tanta voglia di lei e Chi fermerà la musica.
Di sicuro, loro non la fermano. Anche perché, tra le altre cose, la festa dei Pooh non ha solo uno scopo di autocelebrazione: dagli incassi del tour, infatti, si raccoglieranno fondi per Rock No War e per la Fondazione Don Carlo Gnocchi, a favore del progetto «Laboratori per le vittime della violenza in Sierra Leone».
Purtroppo, in quell'angolo di Africa martoriato, ad alzarsi alte in cielo sono ben altri tipi di urla che non quelle piene di gioia ai concerti rock.

E poi, dopo il tour, via verso il futuro: «I quaranta? E chi li sente: abbiamo grandi progetti in mente».

Pooh, Grande Festa In Tour 2006, Gallarate (Varese), piazza Garibaldi, info 02-29405315, domani ore 21.30, ingresso gratuito

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