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"Troppo interpretabile". Perché la legge sul consenso è stata rinviata

Per Salvini, così come è scritto, il ddl "lascia lo spazio a vendette personali". Roccella assicura: "La legge si farà"

"Troppo interpretabile". Perché la legge sul consenso è stata rinviata
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"Un rinvio per questioni tecniche". Carlo Nordio spegne le polemiche sul ddl stupro che introduce il consenso. "È un piccolo slittamento dovuto a dei riferimenti tecnici necessari", ha detto all'Ansa il Guardasigilli, "Quando si interviene su una legge penale anche una virgola può cambiare completamente il significato, quindi bisogna stare estremamente attenti alla tecnica redazionale, questo riguarda un'opera di cesello che non sempre si fa quando una legge viene portata però sul contenuto vi è una unità di consenso".

Anche Matteo Salvini ha spiegato che così come è scritta, la legge "lascia troppo spazio alla libera interpretazione del singolo". Pur condividendo "assolutamente" il principio che prevede che senza un consenso esplicito si possa incorrere nel reato di stupro, per il leader della Lega e vicepremier "è una legge che rischia di intasare i tribunali e alimentare lo scontro invece di ridurre le violenze". "Questa sorta di consenso preliminare, informato e attuale, così come è scritto, lascia lo spazio a vendette personali, da parte di donne e uomini, che senza nessun abuso userebbero una norma vaga per vendette personali che intaserebbero i tribunali", ha aggiunto, sottolineando il lavoro della senatrice Giulia Bongiorno, "esperta e avvocata di tante donne vittime di violenza e molestia".

Proprio Giulia Bongiorno ha aggiunto che entro lunedì saranno indicati i consulenti da audire in commissione per metter meglio a punto la norma. "Ho chiesto ai gruppi che non vengano sentite persone che non sono esperte, quindi voglio tecnici", ha precisato, "In secondo luogo è vietato superare il numero di due per gruppo. Sarà un breve ciclo di audizioni di esperti".

"Non c'è nessun ostruzionismo" da parte della Lega, assicura poi il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, "Il consenso già c'è nella nostra giurisprudenza, attraverso le sentenze della Cassazione. Quindi è un principio già in atto.

Noi quello che abbiamo voluto è trasferirlo anche nella legge, dichiararlo, ma già è un principio che è attivo nella nostra giurisprudenza". "La legge si farà"ha aggiunto, "Su questo prendo un impegno anche assolutamente personale".

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