Fino a quando consentiremo a costoro di abusare della nostra pazienza? Parlo della copiosa brigada di parassiti del mondo per l'ennesima volta riunitasi - oggi a Copenaghen, ieri a Bali e ieri l'altro a Vattelapesca - col preciso scopo di affermare la propria natura di parassiti. Da una parte il mondo produttivo, che lavora, che per le generazioni future programma un futuro migliore, dall'altra i parassiti di Copenaghen.
I quali, se merito hanno, ci consentono di riflettere sul probabile fallimento di questa nostra strana democrazia. Essa, già omaggiata come minore dei mali, pur tuttavia quei parassiti porta su un palmo di mano, elevandoli a detentori di tutte le virtù e additandoli a modelli da imitare. Come ubriacati e senza volontà, i potenti del mondo, democraticamente eletti, ai parassiti del mondo si stanno con deferenza inchinando, senza che, apparentemente, vi sia alcuno capace di dire a costoro quel che effettivamente sono: parassiti.
La nostra umanità gode di un benessere cui ha talmente fatto l'abitudine da non rendersi conto che neanche la decima parte di esso si sarebbe mai sognata per tutto il tempo che va dalla notte dei tempi fino a poco più di un secolo fa. Un benessere per il quale avremmo chi ringraziare: petrolio, carbone e gas. Evidentemente vittima della sindrome del beneficato, questa stessa umanità sta mettendo il proprio benefattore sul banco degli imputati, in ciò spinta dai parassiti di Copenaghen. Cosa vogliono costoro? Vogliono la ricchezza che l'umanità ha costruito e sta costruendo. Ma, non contenti del furto, pretendono pure di essere ringraziati e ricordati come salvatori del pianeta. Detta in soldoni - è il caso di dirlo - vogliono 200 miliardi di dollari l'anno. Per farci che?
È straordinario quanto sia labile la memoria dell'umanità. Ricordate? Trent'anni fa ci promettevano le energie alternative. Ricordate? Nascevano allora quelli del Sole-che-ride. La promessa non è stata mantenuta - né poteva, né potrà mai, esserlo. Non che non sia stato dato loro credito. Anzi: fiumi di denaro sono stati dirottati nelle tasche degli imbonitori dell'energia dal sole. Ma nulla è accaduto - né alcunché poteva, né potrà mai, accadere. Eppure continuano a promettere senza che, a tutta prova, alcuno osi zittirli.
Oggi, questi imbonitori promettono che sarà la green economy ad affrontare, e magari risolvere, la crisi economica che ha investito il mondo occidentale. Eppure, abbiamo la prova provata che la green economy non potrà affrontare e men che meno risolvere alcuna crisi economica. Guardiamo i fatti: green economy significa foraggiare i parassiti con quei 200 miliardi di dollari l'anno che chiedono per consolidare l'uso delle tecnologie eolica e fotovoltaica (Fv) per la produzione di energia elettrica. Orbene, negli Stati Uniti la potenza eolica è aumentata del 1000% e quella Fv del 100%, negli ultimi 15 anni, alla fine dei quali la crisi è stata, lo stesso, inesorabile. Abbiamo quindi la certezza che la green economy non scongiura alcuna crisi.
Ma avremmo anche la certezza che sia stata proprio la green economy la causa della crisi. Perché? Perché la causa del nostro benessere è la disponibilità di energia erogata secondo i nostri bisogni. Ed è un fatto che non esiste alcuna tecnologia che, usando l'energia dal vento o dal sole, consenta di erogarne secondo i nostri bisogni. Né - è assolutamente cruciale convincersene - mai esisterà una tale tecnologia. Mai. L'energia utile all'umanità non deve essere diluita nel tempo e nello spazio, non deve essere intermittente e deve essere affidabile: un'energia che sia priva di una sola di queste caratteristiche è all'umanità inservibile. L'energia dai venti e dal sole non possiede alcuna delle quattro caratteristiche dette: turbine eoliche e impianti solari sono una colossale frode, e frode rimangono anche se a venderli sono premi Nobel per la fisica o per la pace.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.