nostro inviato a Lecce
È già arrivato il momento di ipotizzare una exit strategy dalle iniziative anticrisi prese nei Paesi del G8? I segnali di ripresa economica sono già così incoraggianti da spingere i governi a pensare al dopo crisi? È su queste domande che ruota la discussione dei ministri delle Finanze del G8 (Usa, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Canada, Italia più Russia) riuniti a Lecce per il vertice preparatorio del G8 dei capi di Stato e di governo dell'Aquila. Le posizioni, sulla questione, restano distanti: la sola Germania preme infatti per evitare gli «errori del passato». Francia, Stati Uniti e Canada ritengono che la strategia d'uscita, se prematura, potrebbe danneggiare i lievi segnali di ripresa. «Questa è solo una discussione iniziale - dice il ministro canadese Jim Flaherty - , non mi aspetto già un accordo». Ma Giulio Tremonti, ospite del summit leccese, appare ottimista: «Il G8 si è dimostrato sempre molto compatto - dice il ministro dellEconomia -, abbiamo sempre lavorato insieme e continueremo così. Arriveremo a una posizione comune».
Rispetto al summit del G20 a Londra del 2 aprile scorso, la percezione dell'andamento dell'economia è senza dubbio migliorata. I dati restano contraddittori, ma la ripresa dei mercati finanziari e la stabilizzazione delle banche suggeriscono un certo ottimismo. Il Fondo monetario internazionale (presente a Lecce al massimo livello, con il direttore generale Dominique Strauss-Kahn), ha migliorato le stime di crescita globale per il 2010 dall'1,9% di aprile al 2,4%, grazie alle misure di stimolo varate dai vari governi nei mesi scorsi. Per gli Usa, l'Europa deve fare di più, ma la Germania ha apertamente criticato Stati Uniti e Gran Bretagna per la fortissima iniezione di denaro pubblico nelle rispettive economie. Di avviso opposto Christine Lagarde, ministro delle Finanze francese. «È troppo presto - sostiene - per dichiarare che la ripresa globale è in arrivo».
Il vertice si è aperto ieri sera con una cena di lavoro al convento di San Domenico, dove si è discusso di stress test per le banche e soprattutto dei «global legal standard», il nuovo set di regole per la finanza internazionale al fine di evitare il ripetersi dei comportamenti dannosi che hanno provocato la crisi finanziaria. Il documento è ancora all'esame dei negoziatori. Il segretario al Tesoro Usa Tim Geithner - che ieri ha avuto incontri bilaterali con il russo Alexei Kudrin , il giapponese Yosano e il presidente del Financial stability board Mario Draghi - vorrebbe sostituire il termine «standard» con la più malleabile «framework»: quindi cornice legale, anziché standard, più cogenti. Francia e Germania sostengono gli standard tremontiani. Vedremo oggi come evolverà il negoziato sul documento che verrà portato all'attenzione del summit del G8 all'Aquila. Quanto alle banche, Usa e Regno Unito chiedono all'Europa di rendere pubblici i risultati degli stress test, scontrandosi con il «nein» tedesco.
Prima dell'inizio del vertice, Tremonti ha presentato i primi risultati operativi del piano per il finanziamento del vaccino contro il pneumococco, malattia che ogni anno colpisce a morte 7 milioni di persone, soprattutto bambini, in Africa e Asia. È stato impegnato un miliardo e mezzo di dollari per ottenere entro il 2015 un vaccino a prezzi accessibili, adatto per i ceppi delle zone più colpite.
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