I processi al Cav vanno a tappe forzate Tagliati i testimoni anche per i diritti tv

Marciano a tappe forzate i processi a carico di Silvio Berlusconi: per la seconda volta in pochi giorni, i giudici milanesi escludono da un processo a carico del Cavaliere un folto elenco di testimoni citati dalla difesa. Era successo la settimana scorsa al processo per la vicenda Mills, e torna ad accadere ieri, quando si celebra la nuova udienza del processo per la vicenda dei diritti tv. Qui Berlusconi è accusato di avere gonfiato i prezzi messi a bilancio di Mediaset per i film comprati in America, creando fondi neri sottratti ai bilanci e dirottati sui suoi conti personali. È una accusa che i legali del Cavaliere hanno sempre contestato, e che d’altronde si prescrive nel 2014. Ma è proprio in nome della prescrizione «imminente» che ieri il giudice Edoardo d’Avossa annuncia di avere sforbiciato undici nomi dalla lista presentata dagli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo per dimostrare l’estraneità del premier alle accuse.
Secondo i giudici, a motivare la riduzione della lista c’è, oltre alla necessità di fare in fretta, anche la oggettiva impossibilità di convincere i testimoni a venire a Milano a farsi interrogare: il mercato dei diritti televisivi è un mercato globale, i suoi protagonisti vivono tra l’America, la Svizzera, Montecarlo, Malta, e insomma un po’ ovunque nel mondo, paradisi fiscali compresi.

E effettivamente ieri mattina, all’apertura dell’udienza, si era scoperto che molti dei testi citati dalle difese non si erano nemmeno degnati di rispondere, o avevano fatto sapere di avere altro da fare. Ma la convinzione dei legali del premier non cambia: la voglia di fare fretta in realtà è voglia di condannare. «Faranno la sentenza senza ascoltare i nostri testi», dice Ghedini.

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