Roma - Ci mancava solo Prodi. Dev’essere stata l’improvvisa emersione di Luca di Montezemolo e delle sue (supposte) ambizioni politiche a preoccupare i fan prodiani, quelli che nel centrosinistra ancora puntano sulla terza riedizione dell’eterno match: il Cavaliere contro il Professore. Nonché il sospetto che - ad alimentare il sogno di una discesa in campo del patron della Ferrari - ci sia la corazzata di Repubblica , che al momento vaga alla disperata ricerca di un candidato credibile da mettere in pista contro l’attuale inquilino di Palazzo Chigi, per un governo tecnico o, in casi estremi, per le elezioni. Di certo, nei gossip e nei retroscena agostani che fioriscono sullo sfondo del sanguinoso scontro Berlusconi-Fini, il nome di Prodi non è stato praticamente mai citato, tra i tanti: da Vendola a Monti, da Draghi a Montezemolo a Casini fino a Pisanu. Si è parlato di un Pd alla ricerca di un «nuovo Prodi», ma non del vecchio. E allora, alla vigilia di Ferragosto, è partito il contrattacco: perché non tornare all’originale? Il primo a evocare una terza volta del Professore è stato Arturo Parisi, per anni consigliere principe dell’ex premier ulivista. E ieri, dalle colonne del Corriere della Sera , una sfilza di prodiani di prima fila, dal braccio destro Angelo Rovati fino all’ex addetta stampa Sandra Zampa ( promossa con un seggio alla Camera nella grande infornata di portaborse del 2008), hanno fatto capire che - a certe condizioni - Prodi potrebbe tornare. Quali condizioni? Che glielo chiedano «tutti uniti », spiega Rovati, e che gli diano «mano libera per ricostruire l’Ulivo nella forma vincente, in modo da coinvolgere anche la sinistra estrema ». In più, dice Giulio Santagata, la candidatura va «sottoposta alle primarie, così se ci sono figure forti si vede subito», e si fa piazza pulita dei possibili concorrenti. Di certo, precisa Franco Monaco, Prodi non sarebbe mai disponibile per un «governo tecnico». L’entusiasta Zampa lo paragona niente meno che al presidente Usa: al centrosinistra serve «uno come Prodi, con il suo orgoglio: lo stesso che ho ritrovato, con sorpresa, in Obama». In verità, nel centrosinistra ben pochi pensano di riconsegnarsi a Prodi, dopo il disastro del 2008. Quanto a lui, spiegano i ben informati, accarezza ambizioni di ben altro respiro, Onu in testa. Per il quale Prodi ha guidato il comitato per l’Africa, rafforzando la sua rete di relazioni in quel continente.
E, soprattutto, potrebbe contare sul sostegno forte della Cina, dove gode dell’amicizia del premier Jiabao, su un contratto da commentatore con la tv del partito comunista e su una cattedra alla prestigiosa Business School di Shangai. Alla scadenza del mandato di Ban Ki-Moon, nel 2012, il Professore potrebbe essere in corsa, e con buone chance.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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