I profughi tunisini non sono le Dame della San Vincenzo

I profughi tunisini non sono le Dame della San Vincenzo

(...) sono buoni i camalli della Compagnia Unica e su quanto bella è la convivenza fra i popoli. Sui giornali genovesi dei giorni scorsi ho letto articoli che, per essere affrontati sino alla fine, avevano bisogno di una massiccia dose di fazzoletti e di visite diabetologiche alla fine per verificare che le dosi di melassa e glucosio riservate a Paride Batini e ai suoi eredi non fossero state eccessive o letali.
Comunque, condivido: la convivenza fra i popoli è bellissima e i camalli sono stati ammirevoli nel mettere a disposizione la Sala Chiamata. Così come occorre dare atto a Claudio Burlando - finché ha fatto politica e prima che si mettesse a fare propaganda, polemizzando con governo, prefetto e questore - di aver gestito molto bene la questione: ha alzato il telefono, ha ottenuto la sala dalla Compagnia Unica, non ha strombazzato la scelta ed ha fatto il massimo che poteva fare. Esattamente il contrario di ciò che aveva fatto il Comune di Genova che ha fatto il massimo danno con il minimo risultato, annunciando di aver scelto l’ex scuola di Piazza Nievo a Quarto, l’ex istituto didattico di via Palazzo della Fortezza a Sampierdarena e l’ex palestra Idrocarburi in via Robino a Marassi.
Poi, al momento, quei siti sono rimasti lettera morta. Risultati; conferenze stampa per annunciali: una; firme di cittadini infuriati per la scelta di edifici in mezzo a case e scuole: migliaia; profughi ospitati: zero. Geniale.
Poi, certo, l’emergenza non è facile da gestire e la denuncia delle difficoltà per la Protezione Civile lanciata ieri da parte dell’assessore regionale Renata Briano, una che normalmente è sempre una secchiona e si applica davvero sui temi di cui si deve occupare, è comprensibile e seria.
Ora, ci si trasferisce nel dormitorio di via delle Fontane. Prima di affrontare nuove emergenze, nuove polemiche e nuove risse. Ma il punto resta quello che abbiamo denunciato dal primo giorno: ben venga l’accoglienza, ma lontano dai quartieri centrali della città. Forte Begato è controllabile, altri siti no.


E, soprattutto, ribadisco, non tutti i tunisini arrivati in Italia sono belli, bravi e onesti. Non tutti sono crocerossine.
Poi, si può far finta di crederci. Ma non si fa un buon servizio, né alla verità, né ai profughi.

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