I progetti russi per Wind: nel mirino Fastweb e Tiscali

Le cose vanno bene per Wind, terzo operatore di telefonia mobile e secondo nel fisso in Italia, da poco passato sotto l’ala dei russi di Vimpelcom, cambiando i manager. Al posto dell’ad Luigi Gubitosi è subentrato un fedelissimo di Naguib Sawiris, il finanziere egiziano che ora è il secondo azionista del gruppo russo di tlc. Si tratta di Ossama Bessada, un uomo che, nonostante l’italiano non proprio fluente, con il nostro Paese ha già una buona confidenza essendo stato direttore generale di Wind per due anni. In agosto il giovane Bessada, 39 anni, presenterà la sua prima trimestrale ed ovviamente si augura che sia in crescita a livello di fatturato e utili come le passate 24. Già perché nel ricco - ma non certo in crescita - mercato europeo delle tlc, Wind è riuscita nell’impresa di presentare ben 24 trimestrali in rialzo. Perché dunque vendere ai russi se le cose andavano così bene?
La risposta l’aveva data a suo tempo lo stesso Sawiris spiegando che, a causa della forte globalizzazione, solo le aziende presenti in molti Paesi e di grandi dimensioni potevano avere speranza di sopravvivere. Inoltre su Wind pesa anche il debito, quasi 8 miliardi, che, con la prospettiva di tassi in crescita, diventava di difficile gestione. Ecco spiegati i motivi della vendita che ha portato la società italiana nell’orbita di Vimpelcom con una quota importante dato che l’operatore italiano pesa quasi per il 30% sul fatturato del gruppo russo. Ed è per questo che ad alcuni italiani del gruppo sono stati assegnati anche posti di rilievo. Il responsabile degli Affari regolamentari, Romano Righetti, ad esempio, ha preso la responsabilità del settore per tutto il gruppo Vimpelcom. Ma quali sono ora le prospettive per la controllata italiana?
Certamente Wind vorrà mantenere il primato sui clienti che le hanno permesso di passare in pochi anni da 13 a 20 milioni di abbonati, ossia gli immigranti, regolari o irregolari che siano. Per loro ci sono pacchetti di tariffe interessanti divise per area geografica e call center dedicati come quello in lingua romena. Certo è che Wind non può pensare di continuare a crescere solo con gli stranieri. Con l’arrivo di Vimpelcom, che fattura 21 miliardi di dollari e ha 181 milioni di utenti nel mondo, si dice, che la società potrebbe anche guardarsi intorno per effettuare qualche acquisizione in Italia.
Tra i nomi delle papabili per la telefonia fissa ci sarebbe Fastweb. Ma la scelta potrebbe cader anche su qualcosa di molto meno costoso come Tiscali. E sul fronte della telefonia cellulare si parla di «3 Italia», che porterebbe in dote i suoi oltre 1,5 milioni di clienti sulla banda larga mobile. In realtà è proprio in questo ambito, ossia sulla connessione di smartphone, pc e tablet alla rete, che anche la società sta cercando di proporre pacchetti di tariffe interessanti. E per fare questo Wind sostiene di aver investito nella rete, per migliorare la velocità di connessione, almeno un miliardo all’anno dal 2005 rendendo il segnale più efficiente.
In questo ambito sono state acquistate anche nuove frequenze, quelle Tacs, che servivano per l’analogico e che, affiancate a quelle a 1800 Mhz, hanno permesso di rendere il segnale più forte dentro alle case. Qualche fornitore di apparati di rete non è molto d’accordo con questi dati, ma non c’è dubbio che nel mobile anche nell’ultimo trimestre gli utenti sono saliti del 7,7%, grazie alla migliore copertura per l’Internet mobile e una maggiore customer care presso i call center.
Wind non è soltanto telefonia mobile, ma anche fissa. Qui la base clienti è molto più modesta: circa tre milioni di cui oltre due diretti e a banda larga.

In questo settore la crescita non è certo semplice data la forte concorrenza non solo degli altri operatori, ma della telefonia mobile stessa, dato che per la connessione Internet si possono usare anche chiavette e cellulari. Qui Wind cercherà però di puntare maggiormente sulle aziende e sui clienti in unbundling, ossia in accesso diretto.

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