I pupazzi arrabbiati di Fo

I pupazzi arrabbiati di Fo

Una mostra a metà strada tra arte e teatro. Ma anche un viaggio. A ritroso. Tutto questo è «Pupazzi con rabbia e sentimento», l’esposizione realizzata da Dario Fo e Franca Rame per raccontare la loro storia artistica. La mostra arriva a Roma dopo il successo ottenuto nel resto d’Italia (Milano, Ferrara, Cesenatico e Bergamo) e all’estero (Francia, Portogallo e Spagna). Alla Casa dei Teatri, però, la collezione è a disposizione dei visitatori solo in parte perché per l'intera esposizione sarebbe stato necessario uno spazio di oltre mille metri.
Il cuore della mostra è offerto dai dipinti di Dario Fo, più di cento, attraverso i quali si entra in contatto con il personaggio: l’artista dei giorni nostri, pittore, scenografo, costumista, attore, regista, scrittore, e premio Nobel per la Letteratura. Ma i quadri raccontano anche Dario Fo giovane pittore degli anni Trenta-Quaranta, allievo dell’accademia di Brera. In questo viaggio per immagini non manca il fatale incontro con Franca Rame, compagna di vita e di lavoro alla quale è riservata un’intera sezione del percorso espositivo.
«Ho iniziato a dipingere da bambino - spiega Fo - e nella mia vita ho dipinto in tutte le forme e con tutti i mezzi: fondali di 11 metri per 8 d’altezza con figure, visioni di città, donne del Rinascimento che danzano dentro una struttura architettonica. Mi è capitato di dipingere anche ritratti. Franca, che si cura dei miei lavori, ha raccolto alcune migliaia di acquerelli, tempere, incisioni e tele a olio, tanto che potrei allestire anche quattro mostre contemporaneamente». All’interno dell’esposizione i dipinti sono accompagnati da fondali di scena, arazzi, da più di 40 pupazzi in disequilibrio e da abiti di scena della sartoria Pia Rame.

Completano il percorso le fotografie di scena, i manifesti, le locandine disegnate sempre da Fo e una rassegna video degli spettacoli più celebri.
La mostra, a cura di Marina De Juli, Dominique Gobbo, Eliel Ferreira, è a ingresso gratuito e rimane aperta alla Casa dei Teatri (all’interno di villa Doria Pamphilj) fino all’11 gennaio.

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