Una mobilitazione popolare per dire «stop alla simulazione democratica» e chiedere il ripristino della legalità nel consiglio comunale. È liniziativa lanciata ieri dai radicali di Roma, in accordo con più di 20 associazioni e comitati di quartiere, organizzata per il prossimo 28 gennaio in piazza del Campidoglio. Limperativo della manifestazione è denunciare «le irregolarità del consiglio comunale, del sindaco Veltroni e di tutta la Giunta». Illegalità che, come spiega Mario Staderini, della direzione nazionale dei radicali, «derivano dalla mancata applicazione e presa in considerazione delle delibere di iniziativa popolare»: 11 nellarco delle due consiliature Veltroni, oltre 90mila firme portate sul tavolo del sindaco e due delibere riuscite a essere messe in votazione, «una era la richiesta di un registro delle unioni civili che poi è stata bocciata e laltra, approvata allunanimità del consiglio comunale nel febbraio 2006, ma non ancora attuata, sulla creazione della tratta della tramvia Saxa Rubra-Cinecittà».
Il partito di via di Torre Argentina, dunque, lancia un vero e proprio appello al sindaco: «rispettare» lo statuto comunale in materia di delibere popolari, uno dei più «significativi strumenti», evidenziano i radicali, a disposizione dei cittadini «per lesercizio della funzione di partecipazione alla vita della polis». Cè anche chi, come il giornalista di Radioradicale Andrea Billau, accusa Veltroni di «aver paura di un cattivo riscontro a livello di politica nazionale e di temere i poteri oltre Tevere».
I promotori delliniziativa ricordano, inoltre, come in un paio di occasioni liniziativa popolare ha già dimostrato la capacità della cittadinanza di contribuire al governo del territorio, avendo determinato il mutare dellorientamento dellamministrazione comunale: nello specifico laccordo tra Regione e Comune per linserimento del Colle della Strega e del Fosso della Cecchignola nel Parco dellAppia Antica e il ritiro del progetto di costruzioni dellarea B adiacente allauditorium. Da qui la convinzione, spiega Staderini, «che la nostra città non possa permettersi di rinunciare al contributo di quei cittadini che si organizzano per partecipare attivamente e secondo legge alla formazione dellinteresse generale» e soprattutto «riteniamo non più tollerabile che il consiglio e la giunta comunale non si determinino su tutte quelle iniziative popolari depositate da ben più del vigente termine di sei mesi, impedendo ai cittadini e allopinione pubblica di conoscere le posizioni dei titolari di cariche elettive». E mentre è già incominciato il conto alla rovescia per il 28 gennaio, i radicali avanzano al primo cittadino la loro proposta: calendarizzare un consiglio straordinario per prendere visione di tutte le delibere di iniziativa popolare.
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