I regali della cricca: escort, auto e vacanze E anche lavori gratis a casa di Lunardi

Le intercettazioni/L'inchiesta Oltre agli immobili, Anemone & C. facevano a funzionari e politici doni di ogni tipo. Persino l’invio di domestici e l’acquisto di tendaggi. Piscicelli organizza una cena in uno dei ristoranti più costosi di Roma: "Sedici persone a nome Balducci"

I regali della cricca: escort, auto e vacanze 
E anche lavori gratis a casa di Lunardi

di Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica

Lavori gratis anche per Lunardi. Secondo gli inquirenti perugini, la ristrutturazione del palazzetto dell’ex ministro in via dei Prefetti, a Roma, è un «gentile omaggio» della cricca a un politico. Come era già accaduto per la casa di Claudio Scajola in via del Fagutale, anche per l’immobile di Lunardi l’esito dei riscontri incrociati da parte degli investigatori al lavoro sulla «lista Anemone» ha portato a individuare la società che aveva effettuato quell’intervento edile. Un subappalto, riconducibile alle imprese del gruppo Anemone. Ma, di fronte all’opera prestata nella casa di via dei Prefetti, gli inquirenti hanno setacciato invano la documentazione contabile delle società dell’imprenditore. E non hanno trovato traccia di pagamenti, né ad Anemone né alle società del gruppo, da parte dell’ex ministro delle Infrastrutture. Nessun giallo sull’acquisto dell’immobile, che Lunardi avrebbe pagato di tasca sua. A questo punto i pm perugini vogliono ascoltare l’ex titolare del dicastero di Porta Pia, che sarà presto convocato in procura come persona informata dei fatti. E tra i nomi eccellenti che in settimana incontreranno i pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi c’è anche quello di Francesco Rutelli. Chiamato in causa da Antonio Di Pietro nell’interrogatorio di qualche giorno fa, quando il leader dell’Idv ha depositato lettere in cui manifestava dubbi sulle opere per i 150 anni dell’Unità d’Italia proprio all’allora vicepremier Rutelli. Intanto, dalle ultime carte depositate a Firenze saltano fuori i riscontri investigativi sui tanti favori e sui benefit che la cricca chiedeva agli imprenditori. Lavori, vacanze, domestici. E, naturalmente, escort. Ecco i verbali.

LAVORI PER DE SANTIS: «PAGO IO PER LUI»
L’onnipresente Piscicelli si dà un gran da fare per far ac­quistare una villa all’Argenta­rio al provveditore della To­scana, Fabio De Santis, trat­tando all’inizio come se fosse lui l’acquirente, poi dicendo che opera per conto della ma­dre di costui. Ma soprattutto si sbatte per pagare personal­mente i­materiali necessari al­la ristrutturazione della dimo­ra costata 230mila euro. Ales­sandro R., titolare della ditta di composti edili, a verbale conferma: «Piscicelli mi disse al telefono che avrebbe paga­to lui il materiale prelevato da Giancarlo B. (...) per la ristrut­turazione. Tutto il materiale lo pagava lui». E infatti, al cel­lulare, Piscicelli lo tranquilliz­za: «Sì, lo pago io, lo pago io...».Ma c’è da saldare anche il tipo della ristrutturazione, che batte cassa a Piscicelli vi­sto che De Santis è irreperibi­le. Il «risolvi-problemi» della cricca propone al rintraccia­to De Santis di anticipare lui i soldi e saldare il conto in so­speso. «Fabio senti,volevo so­lo l’autorizzazione da te, se gli potevo dare un po’ di soldi, glieli do io...». De Santis dà l’ok: «Bene, poi lunedì te li do». Piscicelli contatta il credi­tore e fa presente che lo pa­gherà con un assegno: «Però lo deve imputare alla signora (...)», madre di De Santis. Il ti­tolare della ditta va nel pani­co. Non capisce. «...e come faccio?».
«METTA IN CONTO I TENDAGGI PER IL FIGLIO DI BALDUCCI»
Fra le accuse mosse inizial­mente all’imprenditore Ane­mone c’era quella di aver fat­to ponti d’oro per ingraziarsi Balducci. Di fronte all’inter­cettazione delle titolare del negozio di tendaggi che rag­guagliava Anemone sulla spe­sa (non pagata) dalla moglie di Balducci per gli arredi del­l­’abitazione del figlio del prov­veditore alle opere pubbliche («sono tutte cose abbastanza importanti, tutti tessuti belli costosi...»), c’era poco da di­re, anche se gli interessati ne­gavano. Ora che il Ros esibi­sce le fatture del tappezziere intestate alla Maddalena Con­sortile (società di Anemone per il G8 in Sardegna, ndr ) le parole scarseggiano: «Fattu­ra da 7.490,00 euro, e fattura da 11.639,20 euro». Anche i la­v­ori a casa sono pagati da Ane­mone. Il tappezziere Roberto T. esibisce ai carabinieri una fattura di 22.632,00 euro a fa­vore della Consortile Madda­lena «nella quale sono descrit­ti i lavori di fornitura – si legge nell’informativa del Ros – di una testata di letto (900 euro) e di un Sommier (1.850 euro) effettuati per l’abitazione di Balducci Angelo di Montepul­ciano».
QUEI DUE DOMESTICI PAGATI DA ANEMONE
A.A. e la moglie L. sono i due domestici romeni di casa Balducci in Toscana che stan­do alle intercettazioni, pur vi­vendo e lavorando nella villa di Montepulciano, venivano stipendiati da Diego Anemo­ne. Balducci ha respinto que­sto addebito con i pm ma gli interrogatori dei due, e l’in­quadramento nelle società di Anemone, lo smentiscono. «Da verifica effettuata presso gli archivi dell’Ipns – si legge nell’informativa del Ros – si evince che A.A. almeno dal 1 giugno 2006 è di fatto alle di­pendenze di imprese del gruppo Anemone (società consortile Minerva e società Redim 2002) e interessate, pe­raltro, ai lavori di ristruttura­zione della villa di Montepul­ciano di Angelo Balducci ». In­terrogato l’11 marzo 2010, A.A. rivela: «Tramite un cono­scente sono stato messo in contatto con Diego Anemone che mi ha prospettato la possi­bilità di essere assunto presso la sua ditta edile che, in quel periodo, avrebbe dovuto svol­gere lavori di ristrutturazione in una villa appartenente a una persona importante di Roma, tale Angelo Balducci, che aveva la possibilità di dar­ci una casa dove abitare. Per­tanto sono stato assunto dal­la Minerva nel giugno 2006 in qualità di operaio edile perce­pendo uno stipendio di 1.300 euro mensili e immediata­mente mi sono trasferito, qua­le custode, a casa Balducci a Montepulciano. A novembre 2006 sono stato licenziato dal­la Minerva e contestualmen­te assunto alla Redim 2000 (...). Davo anche una mano nelle opere di ristrutturazio­ne e ch­e hanno interessato va­rie parti dell’abitazione, il ter­reno circostante e la piscina per un importo stimato di cir­ca 400mila euro anche se sul cartello posto all’esterno la spesa era di 200mila. Ritengo la spesa quella da me stimata perché la casa è stata comple­tamente ristrutturata, sono stati montati pali di sostegno in tutto il terreno, sono stati rifatti ex novo infissi, porte, pi­scina e pavimentazione. Fac­cio presente che nell’occasio­ne la mia consorte L. è stata assunta presso la Tecnowood (gruppo Anemone, ndr ) con uno stipendio di 500 euro, quale addetta alle pulizie. Riti­ravano lo stipendio negli uffi­ci di via Monte d’Orvieto, abi­tazione di campagna del pre­detto Anemone (...). Ricordo che il direttore dei lavori era Mauro Della Giovampaola (...). La causa scatenante del licenziamento è dovuta al fat­to che mia moglie ha chiesto un aumento di stipendio per­ché i­l suo lavoro era aumenta­to visto che la presenza di Bal­ducci nella villa era sempre più assidua e non si limitava a due o tre volte l’anno».
L’ASSUNZIONE DI MR SMITH E LE ESCORT PER GLI APPALTI
Proseguendo coi riscontri sul­­le intercettazioni, i carabinie­ri mettono nero su bianco la versione di Anthony Smith, fratello dell’ex compagna del direttore generale della Rai, Mauro Masi, assunto da Die­go Anemone al Salaria Sport Village. «Sono operatore tec­nico subacqueo e mi occupo di impiantistica portuale. Il 31.07.2009 sono stato assun­to a tempo determinato pres­so la società Salaria Nuoto, il contratto l’ho stipulato al Sa­laria Sport Village (...) per uno stipendio di 1.321,06 euro (...). Non sono mai stato im­piegato con le mansioni per cui sono stato assunto, ovve­ro istruttore di nuoto, bensì sono stato utilizzato per rim­piazzare di volta in volta altro personale con mansioni va­rie (...). Ho reperito il lavoro attraverso l’interessamento di mia sorella Susanna e più in particolare attraverso cono­scenti delle stessa che all’epo­ca non conoscevo». Il contat­to con Anemone avviene «presso una villa con giardi­no, presumo in zona San Gio­vanni, credo di proprietà di Angelo Balducci (...). Nella circostanza (Anemone, ndr ) mi chiedeva che cifra gradissi di stipendio, rispondendogli che chiedevo una cifra ade­guata che mi permettesse di soggiornare a Roma (...) dove ho poi soggiornato in un ap­partamento trovatomi da Anemone in via Salaria». Il ca­pitolo prostitute, che dalle in­tercettazioni cristallizza in tre appuntamenti (due a Ve­nezia e uno a Roma) i presun­ti favori sessuali della «cric­ca » a De Santis, si apre con l’interrogatorio della ragazza G.D.L. (...) che nel conferma­re i rapporti con Rossetti del Salaria Sport Village,nega pe­rò d’aver consumato rapporti sessuali: «In due occasioni mi ha proposto di guadagnarmi soldi (1.000 euro) sempre con la stessa persona definita “im­portante” all’Hotel Excelsior di Venezia. Gli accordi erano di intrattenere tutta la notte questa persona ma dopo aver bevuto dello champagne in camera, Fabio (De Santis, ndr ) mi ha chiesto di avere un rapporto sessuale ma io mi so­no rifiutata». Un dipendente del Salaria Sport Village inve­ce la mette così: «Mi ricordo che il 18 ottobre 2008 Simone Rossetti mi ha chiesto esplici­tamente di reperire due “zoc­cole- escort” che dietro paga­mento avremmo dovuto ac­compagnare in alcune came­re del Gritti Palace di Venezia per intrattenere rapporti ses­suali verosimilmente a favore di due persone di sua cono­scenza che sconosco». Dopo aver fatto più tentativi su in­ternet ( «ma ho lasciato perde­re perché chiedevano trop­po ») ha ripiegato su una pro­stituta veneziana. «Se ne è oc­cupato Rossetti, non ho più saputo nulla».
DAL MOBILIO IN OMAGGIO AL RESORT SULLE DOLOMITI
L’ex provveditore De Santis sembra insaziabile. Se le in­tercettazioni evidenziano il regalo di Anemone –attraver­so la società Tecnowood – di una splendida libreria che la moglie non gradisce perché non è del colore richiesto, i ri­scontri arrivano da Antonio Monterotti che ha montato «la libreria, una mensola, due mobili per la sala per un valo­re stimato di 10mila euro», e dall’amministratore unico della Tecnowood, Rita Monta­nari. De Santis, poi, strappa un soggiorno all’hotel Cristal­lo di Cortina, 750 euro a notte, a carico dell’imprenditore Ga­etano Ciotola ( che gli metterà a disposizione anche un’auto Smart) in stretti rapporti con Anemone. Le fatture del sog­giorno di De Santis, rintrac­ciate all’agenzia di viaggio, evidenziano una spesa – a ca­rico del Ciotola – di 4mila eu­ro.
LE CENE CON PARLAMENTARI E IL COGNATO DI BERTOLASO
Piscicelli, sempre lui, preno­ta tavoli e organizza serate. Il 20 ottobre 2009 al ristorante il Bolognese in piazza del Popo­lo a Roma conferma per 16 persone «a nome Balducci, se me lo mette in una saletta, la prego ci tengo moltissimo». La cena l’ha chiesta Balducci attraverso un uomo della se­gretaria, Roberto Di Mario. È probabile, osserva il Ros, che a pagarla sia stato Piscicelli. Altra cena, l’11 luglio 2009, al Four Season di Firenze. Sette tavoli, 103 persone importan­ti.

Al tavolo numero uno, tra gli altri, spiccano Balducci, Denis Verdini con signora, Riccardo Fusi con la moglie e l’onorevole Girlanda.Al tavo­lo accanto Diego Anemone, Mauro Della Giovampaola e il cognato di Guido Bertolaso.
SHOPPING
Nei negozi la moglie di Balducci acquistava senza pagare Altri poi saldavano i conti  

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