di Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica
Lavori gratis anche per Lunardi. Secondo gli inquirenti perugini, la ristrutturazione del palazzetto dell’ex ministro in via dei Prefetti, a Roma, è un «gentile omaggio» della cricca a un politico. Come era già accaduto per la casa di Claudio Scajola in via del Fagutale, anche per l’immobile di Lunardi l’esito dei riscontri incrociati da parte degli investigatori al lavoro sulla «lista Anemone» ha portato a individuare la società che aveva effettuato quell’intervento edile. Un subappalto, riconducibile alle imprese del gruppo Anemone. Ma, di fronte all’opera prestata nella casa di via dei Prefetti, gli inquirenti hanno setacciato invano la documentazione contabile delle società dell’imprenditore. E non hanno trovato traccia di pagamenti, né ad Anemone né alle società del gruppo, da parte dell’ex ministro delle Infrastrutture. Nessun giallo sull’acquisto dell’immobile, che Lunardi avrebbe pagato di tasca sua. A questo punto i pm perugini vogliono ascoltare l’ex titolare del dicastero di Porta Pia, che sarà presto convocato in procura come persona informata dei fatti. E tra i nomi eccellenti che in settimana incontreranno i pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi c’è anche quello di Francesco Rutelli. Chiamato in causa da Antonio Di Pietro nell’interrogatorio di qualche giorno fa, quando il leader dell’Idv ha depositato lettere in cui manifestava dubbi sulle opere per i 150 anni dell’Unità d’Italia proprio all’allora vicepremier Rutelli. Intanto, dalle ultime carte depositate a Firenze saltano fuori i riscontri investigativi sui tanti favori e sui benefit che la cricca chiedeva agli imprenditori. Lavori, vacanze, domestici. E, naturalmente, escort. Ecco i verbali.
LAVORI PER DE SANTIS: «PAGO IO PER LUI»
L’onnipresente Piscicelli si dà un gran da fare per far acquistare una villa all’Argentario al provveditore della Toscana, Fabio De Santis, trattando all’inizio come se fosse lui l’acquirente, poi dicendo che opera per conto della madre di costui. Ma soprattutto si sbatte per pagare personalmente imateriali necessari alla ristrutturazione della dimora costata 230mila euro. Alessandro R., titolare della ditta di composti edili, a verbale conferma: «Piscicelli mi disse al telefono che avrebbe pagato lui il materiale prelevato da Giancarlo B. (...) per la ristrutturazione. Tutto il materiale lo pagava lui». E infatti, al cellulare, Piscicelli lo tranquillizza: «Sì, lo pago io, lo pago io...».Ma c’è da saldare anche il tipo della ristrutturazione, che batte cassa a Piscicelli visto che De Santis è irreperibile. Il «risolvi-problemi» della cricca propone al rintracciato De Santis di anticipare lui i soldi e saldare il conto in sospeso. «Fabio senti,volevo solo l’autorizzazione da te, se gli potevo dare un po’ di soldi, glieli do io...». De Santis dà l’ok: «Bene, poi lunedì te li do». Piscicelli contatta il creditore e fa presente che lo pagherà con un assegno: «Però lo deve imputare alla signora (...)», madre di De Santis. Il titolare della ditta va nel panico. Non capisce. «...e come faccio?».
«METTA IN CONTO I TENDAGGI PER IL FIGLIO DI BALDUCCI»
Fra le accuse mosse inizialmente all’imprenditore Anemone c’era quella di aver fatto ponti d’oro per ingraziarsi Balducci. Di fronte all’intercettazione delle titolare del negozio di tendaggi che ragguagliava Anemone sulla spesa (non pagata) dalla moglie di Balducci per gli arredi dell’abitazione del figlio del provveditore alle opere pubbliche («sono tutte cose abbastanza importanti, tutti tessuti belli costosi...»), c’era poco da dire, anche se gli interessati negavano. Ora che il Ros esibisce le fatture del tappezziere intestate alla Maddalena Consortile (società di Anemone per il G8 in Sardegna, ndr ) le parole scarseggiano: «Fattura da 7.490,00 euro, e fattura da 11.639,20 euro». Anche i lavori a casa sono pagati da Anemone. Il tappezziere Roberto T. esibisce ai carabinieri una fattura di 22.632,00 euro a favore della Consortile Maddalena «nella quale sono descritti i lavori di fornitura – si legge nell’informativa del Ros – di una testata di letto (900 euro) e di un Sommier (1.850 euro) effettuati per l’abitazione di Balducci Angelo di Montepulciano».
QUEI DUE DOMESTICI PAGATI DA ANEMONE
A.A. e la moglie L. sono i due domestici romeni di casa Balducci in Toscana che stando alle intercettazioni, pur vivendo e lavorando nella villa di Montepulciano, venivano stipendiati da Diego Anemone. Balducci ha respinto questo addebito con i pm ma gli interrogatori dei due, e l’inquadramento nelle società di Anemone, lo smentiscono. «Da verifica effettuata presso gli archivi dell’Ipns – si legge nell’informativa del Ros – si evince che A.A. almeno dal 1 giugno 2006 è di fatto alle dipendenze di imprese del gruppo Anemone (società consortile Minerva e società Redim 2002) e interessate, peraltro, ai lavori di ristrutturazione della villa di Montepulciano di Angelo Balducci ». Interrogato l’11 marzo 2010, A.A. rivela: «Tramite un conoscente sono stato messo in contatto con Diego Anemone che mi ha prospettato la possibilità di essere assunto presso la sua ditta edile che, in quel periodo, avrebbe dovuto svolgere lavori di ristrutturazione in una villa appartenente a una persona importante di Roma, tale Angelo Balducci, che aveva la possibilità di darci una casa dove abitare. Pertanto sono stato assunto dalla Minerva nel giugno 2006 in qualità di operaio edile percependo uno stipendio di 1.300 euro mensili e immediatamente mi sono trasferito, quale custode, a casa Balducci a Montepulciano. A novembre 2006 sono stato licenziato dalla Minerva e contestualmente assunto alla Redim 2000 (...). Davo anche una mano nelle opere di ristrutturazione e che hanno interessato varie parti dell’abitazione, il terreno circostante e la piscina per un importo stimato di circa 400mila euro anche se sul cartello posto all’esterno la spesa era di 200mila. Ritengo la spesa quella da me stimata perché la casa è stata completamente ristrutturata, sono stati montati pali di sostegno in tutto il terreno, sono stati rifatti ex novo infissi, porte, piscina e pavimentazione. Faccio presente che nell’occasione la mia consorte L. è stata assunta presso la Tecnowood (gruppo Anemone, ndr ) con uno stipendio di 500 euro, quale addetta alle pulizie. Ritiravano lo stipendio negli uffici di via Monte d’Orvieto, abitazione di campagna del predetto Anemone (...). Ricordo che il direttore dei lavori era Mauro Della Giovampaola (...). La causa scatenante del licenziamento è dovuta al fatto che mia moglie ha chiesto un aumento di stipendio perché il suo lavoro era aumentato visto che la presenza di Balducci nella villa era sempre più assidua e non si limitava a due o tre volte l’anno».
L’ASSUNZIONE DI MR SMITH E LE ESCORT PER GLI APPALTI
Proseguendo coi riscontri sulle intercettazioni, i carabinieri mettono nero su bianco la versione di Anthony Smith, fratello dell’ex compagna del direttore generale della Rai, Mauro Masi, assunto da Diego Anemone al Salaria Sport Village. «Sono operatore tecnico subacqueo e mi occupo di impiantistica portuale. Il 31.07.2009 sono stato assunto a tempo determinato presso la società Salaria Nuoto, il contratto l’ho stipulato al Salaria Sport Village (...) per uno stipendio di 1.321,06 euro (...). Non sono mai stato impiegato con le mansioni per cui sono stato assunto, ovvero istruttore di nuoto, bensì sono stato utilizzato per rimpiazzare di volta in volta altro personale con mansioni varie (...). Ho reperito il lavoro attraverso l’interessamento di mia sorella Susanna e più in particolare attraverso conoscenti delle stessa che all’epoca non conoscevo». Il contatto con Anemone avviene «presso una villa con giardino, presumo in zona San Giovanni, credo di proprietà di Angelo Balducci (...). Nella circostanza (Anemone, ndr ) mi chiedeva che cifra gradissi di stipendio, rispondendogli che chiedevo una cifra adeguata che mi permettesse di soggiornare a Roma (...) dove ho poi soggiornato in un appartamento trovatomi da Anemone in via Salaria». Il capitolo prostitute, che dalle intercettazioni cristallizza in tre appuntamenti (due a Venezia e uno a Roma) i presunti favori sessuali della «cricca » a De Santis, si apre con l’interrogatorio della ragazza G.D.L. (...) che nel confermare i rapporti con Rossetti del Salaria Sport Village,nega però d’aver consumato rapporti sessuali: «In due occasioni mi ha proposto di guadagnarmi soldi (1.000 euro) sempre con la stessa persona definita “importante” all’Hotel Excelsior di Venezia. Gli accordi erano di intrattenere tutta la notte questa persona ma dopo aver bevuto dello champagne in camera, Fabio (De Santis, ndr ) mi ha chiesto di avere un rapporto sessuale ma io mi sono rifiutata». Un dipendente del Salaria Sport Village invece la mette così: «Mi ricordo che il 18 ottobre 2008 Simone Rossetti mi ha chiesto esplicitamente di reperire due “zoccole- escort” che dietro pagamento avremmo dovuto accompagnare in alcune camere del Gritti Palace di Venezia per intrattenere rapporti sessuali verosimilmente a favore di due persone di sua conoscenza che sconosco». Dopo aver fatto più tentativi su internet ( «ma ho lasciato perdere perché chiedevano troppo ») ha ripiegato su una prostituta veneziana. «Se ne è occupato Rossetti, non ho più saputo nulla».
DAL MOBILIO IN OMAGGIO AL RESORT SULLE DOLOMITI
L’ex provveditore De Santis sembra insaziabile. Se le intercettazioni evidenziano il regalo di Anemone –attraverso la società Tecnowood – di una splendida libreria che la moglie non gradisce perché non è del colore richiesto, i riscontri arrivano da Antonio Monterotti che ha montato «la libreria, una mensola, due mobili per la sala per un valore stimato di 10mila euro», e dall’amministratore unico della Tecnowood, Rita Montanari. De Santis, poi, strappa un soggiorno all’hotel Cristallo di Cortina, 750 euro a notte, a carico dell’imprenditore Gaetano Ciotola ( che gli metterà a disposizione anche un’auto Smart) in stretti rapporti con Anemone. Le fatture del soggiorno di De Santis, rintracciate all’agenzia di viaggio, evidenziano una spesa – a carico del Ciotola – di 4mila euro.
LE CENE CON PARLAMENTARI E IL COGNATO DI BERTOLASO
Piscicelli, sempre lui, prenota tavoli e organizza serate. Il 20 ottobre 2009 al ristorante il Bolognese in piazza del Popolo a Roma conferma per 16 persone «a nome Balducci, se me lo mette in una saletta, la prego ci tengo moltissimo». La cena l’ha chiesta Balducci attraverso un uomo della segretaria, Roberto Di Mario. È probabile, osserva il Ros, che a pagarla sia stato Piscicelli. Altra cena, l’11 luglio 2009, al Four Season di Firenze. Sette tavoli, 103 persone importanti.
SHOPPING
Nei negozi la moglie di Balducci acquistava senza pagare Altri poi saldavano i conti
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.