I repubblicani arruolano i manager contro Obama

Washington Il mestiere di governatore, deputato o senatore non è, e non dovrebbe essere, un business, ma i principi con cui si gestisce un’azienda, secondo il partito repubblicano americano, possono essere molto utili per governare.
Quest’idea, che ha portato alla candidatura di diversi amministratori delegati alle prossime elezioni negli Stati Uniti, da un lato piace all’elettore che vorrebbe tanto vedere l’impresa America riprendersi dalla crisi economica. Dall’altro ha portato i candidati degli altri partiti in lizza per la poltrona di governatore, deputato o senatore a esprimere sempre più ad alta voce il concetto «questa è gente che per pareggiare i bilanci ha licenziato migliaia di dipendenti, ha aperto fabbriche all’estero dove la manodopera costa meno, ha fatto il gioco delle tre carte per intascare milioni in salari e bonus senza tenere in considerazione i dipendenti».
Uno degli amministratori delegati più celebri della campagna elettorale è Meg Whitman, la donna che ha portato eBay da minuscola start up impresa di enorme successo. Se sarà eletta a occupare la poltrona di Arnold Schwarzenegger, promette di applicare la regola «tenere sempre d’occhio i costi di gestione della California». I sogni utopistici del candidato democratico Gerry Brown, spiega pazientemente Whitman con il pragmatismo della donna d’affari, non hanno spazio.
Un’altra stella nel firmamento politico della California è Carly Fiorina ex Ceo di Hewlett Packard che sta mettendo a repentaglio il seggio della senatrice democratica Barbara Boxer. Boxer - imparentata con il gotha democratico attraverso il matrimonio della figlia Nicole con Tony Rodham, fratello di Hillary Clinton - ha l’appoggio di tutti ma rischia di non prendere i voti necessari per tornare a Washington. Fra luglio e settembre l’ex amministratore di Hewlett Packard ha raccolto contributi per la campagna elettorale pari a 5,8 milioni di dollari e uomini d’affari le hanno promesso 9,4 milioni di dollari. A poco o nulla, visto che i sondaggi danno Boxer e Fiorina a un solo punto di distanza, valgono gli spot pubblicitari del partito democratico in cui si dice che Carly Fiorina è stata in realtà licenziata dopo la controversa fusione della Hewlett Packard con la Compaq. Un altro Ceo, Rick Snyder, che ha ottenuto la nomination del partito repubblicano per la corsa alla poltrona di governatore in Michigan, sta promettendo agli elettori di riportare la gestione in attivo. Il suo slogan «Dobbiamo portare la conoscenza di gestione del settore privato nel settore pubblico» sta ottenendo consensi. I democratici accusano Snyder di aver, in qualità di Ceo della Gateway Inc., decentrato la produzione per ridurre i costi senza tenere conto del futuro dei dipendenti.
In New Hampshire l’ex amministratore delegato di Carlisle Plastic Co., Bill Binnie, candidato repubblicano al Senato, è accusato dal rivale democratico d’aver spostato una fabbrica dalla California al Messico per diminuire i costi di produzione.
Anche in Florida, dove il candidato repubblicano alla poltrona di governatore è un ex Ceo, i democratici giocano il tutto e per tutto per convincere l’elettorato che Rick Scott come uomo d’affari lascia molto a desiderare.

Scott, ex amministratore del gruppo di ospedali Columbia/Hca, si vanta d’essere riuscito a ridurre i costi e mettere in sesto il bilancio dell’azienda come conta di fare con lo Stato della Florida. Quello che non dice - ci pensano i suoi avversari politici a farlo - è che nel 1997 si è dovuto dimettere per un’inchiesta su come gli ospedali fatturavano i pazienti e le compagnie di assicurazione.

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