I Rigola, gemelli scultori della Veneranda Fabbrica

L'Altare della patria a Roma, la cattedrale di Genova e il Duomo di Chiavari, ma soprattutto la porta centrale del Duomo di Milano: in quel caso a lavorarvi, oltre che Lodovico Pogliaghi, erano anche loro, «il Carlo» e «il Luigi» di Cantù. Nati Rigola, nel 1883, non furono solo gemelli ma anche sodali nelle scelte e nelle aspirazioni. Oggi la mostra «Carlo e Luigi Rigola. Scultori Canturini», fino al 25 gennaio a Villa Calvi, nella loro Cantù, ricorda i «suoi» scultori (info. 031-717491).
Il percorso, curato da Tiziano Casartelli, prende le mosse dai loro inizi e dagli studi all'accademia di Brera dove si diplomarono nel 1904 quando già Pogliaghi li aveva "scritturati" come collaboratori intuendone il talento. Con lo scultore milanese i due gemelli formarono una bottega collaudata, sbloccando la realizzazione della porta del Duomo che era ferma da oltre dieci anni. Quando si affrancarono da Pogliaghi - era il 1920 - ormai Carlo e Luigi erano scultori di fama. Nella loro fonderia presero a forgiare fusioni di opere di dimensioni più piccole, e accessori per mobili e ornamenti funebri. Al termine della guerra è alla loro mano che alcune città lombarde si rivolsero per realizzare monumenti commemorativi, da Rovellasca a Zogno. La mostra ripercorre anche questo aspetto più «monumentale» dell'attività dei due Rigola, per poi tornare alla committenza comasca della famiglia Frigerio.

Sul lago i Rigola firmarono i bozzetti per il Monumento dei Caduti di piazza del Duomo e Dagli Anni Trenta, però, ritornarono a Milano e al Duomo dove lavorarono per la Veneranda fabbrica realizzando la statua di Santa Cecilia per uno dei piloni del coro.

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