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I rimpianti di Totti: «Con Samuel Inter da scudetto»

«Cassano deve maturare, ma non è isolato dal gruppo»

Fabrizio Aspri

da Castelrotto (Bolzano)

Due nomi su tutti: Cassano e Kuffour. Il Totti-pensiero, a poche ore dal rompete le righe in terra altoatesina, pone l'accento sul talento barese e sull'ex difensore del Bayern. «Scommetto su Kuffour – confessa il capitano – per me è un Samuel... colorato. Un giocatore fondamentale». Un'incoronazione in grande stile. Ma se per il ghanese son rose, fiori ed elogi, per l'argentino, pronto per vestire la casacca dell'Inter dopo aver dichiarato che non avrebbe mai giocato in Italia con una squadra diversa da quella giallorossa, sono pronti altri tipi di messaggi. «Ho sentito parecchia gente dire certe cose – tuona il numero 10 – per poi fare sempre l'opposto. Walter, a Madrid, non ha disputato una grande stagione. Beh, io un giocatore così l'avrei tenuto a occhi chiusi: l'anno dello scudetto ha tenuto in piedi l'intera difesa romanista».
Altro tema all'ordine del giorno: Cassano. «Spalletti gli ha tolto la carica di vice capitano? Beh, è il tecnico che detta le regole. Antonio deve maturare. Ma non è vero che è isolato dal gruppo, perché dovrebbe esserlo? Ha un altro anno di contratto e sarà lui, in accordo con la società, a decidere se prolungarlo o no. Di consigli gliene ho sempre dati tanti».
Parla da leader, Totti. «Il blocco del mercato? Accettiamo il verdetto del Tas e attendiamo la sentenza definitiva (la risposta arriverà entro giovedì, ndr). La Roma avrebbe bisogno di un portiere di esperienza da affiancare a Curci e poi di esterni, centrocampisti e non solo: siamo stati fermi quasi un mese, bisognerà recuperare il tempo perduto. La nostra è una signora squadra ma Juve, Milan e Inter hanno un passo superiore agli altri. Sia chiaro: possiamo lottare per lo scudetto. Ma non sarà un'impresa di ordinaria amministrazione. Il club di Moratti è quello che si è rinforzato di più. La Lazio? Non è possibile paragonarci a loro: noi siamo al di sotto di quelle tre, loro un po' più in basso...».
Carico, tirato a lucido, maturato dall'imminente paternità ma per nulla appagato. Totti vuole di più da sé stesso e dalla Roma. «Per competere ad altissimi livelli – sostiene – ci manca la continuità. Speriamo di poter tesserare in fretta i nostri nuovi acquisti». Al resto penserà la cura-Spalletti. «Già – sorride – una cura fatta di disciplina, amicizia e aiuto reciproco. In passato nel nostro spogliatoio esistevano troppi gruppetti e clan, non ci si aiutava. Ora le cose sono cambiate a livello tecnico e societario. Per noi è importante avere accanto ex giocatori come Conti, Tempestilli e Di Francesco: ogni loro consiglio è prezioso. Se può servire una figura dirigenziale come quella di Alex Moggi? Quelle che abbiamo sono di caratura mondiale».
Stagione al via, propositi nuovi e tanta voglia di staccare al meglio un pass azzurro. «Con i Mondiali e la nascita di mio figlio – spiega – questo è un anno indimenticabile. La maturità l'ho acquistata da tempo. Non rifarò gli errori dello scorso anno. A gennaio eravamo fuori da tutto, il mio nervosismo ha avuto il sopravvento e ne ha fatto le spese anche la squadra. Ora, però, qualcosa è cambiato». Anche nel sistema di gioco di Spalletti, che potrebbe rilanciare Totti nel ruolo a lui più caro: quello di trequartista. «Il modulo mi convince, e anche se da fantasista ho meno possibilità di segnare, posso sfornare più assist. Sono ancora al 60 per cento, ma quando le gambe gireranno prometto qualche bel gol». È una promessa, ma non l'unica.

«È vero – conclude – un'altra dovrò farla a Lippi: quando mi chiamerà gliela farò guardandolo negli occhi».

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