Quando lasciano il suo reparto gli atleti offrono la propria foto con dedica in segno di riconoscenza e simpatia e il dottor Roberto Nardacchione è felice quando li vede in televisione correre di nuovo verso una meta dopo essere usciti da una violenta mischia. Questi giovani, espressione di irruenza, forza, coraggio, virilità, fanno parte della nazionale italiana di rugby o di squadre blasonate come la Benetton di Treviso, il Petrarca Rugby di Padova, il Viadana del Mantovano ed il Calvisano del Bresciano. Nonostante la preparazione atletica gli incidenti nel rugby sono numerosi e sovente i legamenti crociato anteriore e posteriore del ginocchio non reggono alle forze che si sprigionano durante una mischia o un placcaggio. Il dolore è improvviso, acuto, l'impotenza funzionale assoluta. La diagnosi può essere difficile soprattutto nei primi momenti successivi al trauma: si deve ricorrere al chirurgo, meglio se in un Centro di eccellenza di Chirurgia del Ginocchio.Il dottor Roberto Nardacchione, udinese di nascita, veneto di adozione, dirige l'Unità di Chirurgia del Ginocchio della Casa di cura di Abano Terme (www.casacura.abanoterme.it), presidio ospedaliero del servizio sanitario nazionale, con struttura per la rianimazione, emergenza 118, riabilitazione, chinesiterapia. Con sette chirurghi, tre sale operatorie in attività dalle otto del mattino alle diciotto di sera, 24 posti letto ed una struttura con 20 persone tra infermieri e fisioterapisti, vengono impiantate ad Abano ogni settimana 18-20 protesi al ginocchio ed eseguiti 35 interventi chirurgici al ginocchio. Intensa l'attività di collaborazione con la banca dei tessuti di Treviso per il trapianto da donatore. Oltre il 60 per cento degli interventi è effettuato in day hospital, solo per le protesi si ricorre al ricovero ospedaliero, per 5-7 giorni. Già in seconda giornata inizia la riabilitazione ed il paziente compie i primi passi, dopo tre giorni sale e scende le scale. La riabilitazione è seguita da fisioterapisti anche il sabato e la domenica.
Il dottor Nardacchione, da più di vent'anni, si dedica alla chirurgia del ginocchio: dai più semplici interventi di artroscopia al trapianto dei legamenti, alle protesi che sovente sono impiantate utilizzando sistemi di navigazione che guidano il chirurgo. Laureato nel 1977 a Padova,si è specializzato in ortopedia e traumatologia presso la Clinica ortopedica di Padova che ha frequentato come medico interno universitario con compiti assistenziali. Dal 1980: assistente ospedaliero prima e aiuto poi in diversi reparti ortopedici del Veneto. Negli anni Novanta ha frequentato per più periodi negli Stati Uniti, in Alabama, lo Sport's Medicine Institute, dove dal dottor Robert Andrews, uno dei padri della chirurgia del ginocchio, ha acquisito tecniche allora innovative ed ancora oggi utilizzate. Dal 2002 ha assunto l'incarico, per 5 anni, di direttore della struttura di ortopedia e traumatologia dell'ospedale Sant'Antonio di Padova, per poi tornare lo scorso gennaio alla direzione del Centro per la chirurgia del ginocchio ad Abano Terme. Nardacchione è stato relatore in molti congressi nazionali. L'entusiasmo caratterizza il suo team. I pazienti sono soprattutto anziani, anche ottantenni, che vogliono recuperare la mobilità e combattere il dolore e giovani atleti, soprattutto sciatori e rugbisti. «Quando nevica - afferma con un sorriso - l'ortopedico è felice, come il dentista quando vede che un giovane mangia il torrone».
In questi ultimi anni l'ortopedia è cambiata sia sul piano delle metodiche, sia dei materiali. «Si impiegano - aggiunge Nardacchione - sempre più spesso i tessuti da donatore e nella chirurgia protesica sono utilizzati materiali innovativi di maggiore affidabilità e di durata superiore ai vent'anni, come il tantalio e le nuove fibre al carbonio che offrono ottimi risultati a distanza.
I rugbisti sono i suoi pazienti
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